«Perché si adotta un bambino disabile solo se va sui giornali?»

Claudia scrive:
Sono una mamma adottiva che è rimasta senza fiato davanti alla vicenda del piccolo neonato trovato a Roma, affetto da una sindrome che lo rende in qualche modo disabile: la sindrome da nanismo, come ho letto sui giornali. Sono madre anch’io di un bambino “disabile”, e devo dire che non è stata facile. Ma non mi tirerei indietro se dovessi rifare questa scelta: come mi hanno riferito gli esperti di psicologia che ci hanno aiutato (e come mi confidò la madre di una ragazza “down”, anni fa) sento di dire che questi piccoli hanno una missione meravigliosa: ci sono stati dati per diffondere l’amore in mezzo a noi. Non riesco a capire chi continua a ignorarli, come non riesco a smettere di provare un sentimento immenso al pensiero di tutti questi bambini, “diversi” e speciali, proprio come il mio. Come mai però ci si ricorda di loro, con tanta generosità (leggo di dieci famiglie che si sono fatte avanti a Roma) solo quando salta fuori un fatto di cronaca? Vedo che bambini con questi bisogni “speciali” sono tanti: ne parla anche Ai.Bi.!

 

Cara Claudia,

ho letto attentamente la sua lettera e sono d’accordo quando scrive che questi bambini con bisogni speciali non dovrebbero essere ignorati ma amati e accuditi.

C’è un “però” molto importante: quando si compie una scelta così definitiva per la propria vita, bisogna essere consapevoli dell’atto che si porta a termine; occorre conoscere le difficoltà a cui si va incontro, gli sforzi da sostenere giorno dopo giorno.

Lei tutto questo lo ha capito. L’amore in questi casi non basta, la risposta emotiva del momento deve lasciare posto alla consapevolezza che un bambino “speciale” è speciale anche nelle attenzioni che richiede. Purtroppo non ci sono ancora così tante famiglie sensibili e consapevoli, disposte a mettere la loro vita nelle mani di un bimbo che ha bisogno di attenzioni e sacrifici unici al mondo. Se fosse così, il nostro sito Figli in Attesa (https://www.aibi.it/ita/figli-in-attesa/figli_in_attesa.html) sarebbe vuoto, invece ci sono tantissimi bambini (77 in questo momento) che aspettano il calore e l’amore di una mamma e un papà.

Un grande in bocca al lupo per la sua missione.

Irene Bertuzzi