«Spennati come polli: questo è stato per noi il mondo dell’adozione»

Anna scrive:
Io e mio marito abbiamo rinunciato dopo ben sei anni e mezzo di attesa, per il comportamento scorretto e non professionale dell’ente a cui ci eravamo affidati. Nessuna formazione in 6 anni, informazioni scarse e fuorvianti, nessun supporto psicologico e professionale quando era necessario, traduzioni incomplete ed arrangiate ad hoc, da ricorreggere sempre a nostre spese, buttati allo sbaraglio in un paese straniero senza alcuna preparazione, spennati come polli. Questo è stato per noi il mondo delle adozioni.

Carissima Anna:

credo, anzi sono sicura, che sareste stati una risorsa eccezionale per un bambino abbandonato.

Mi dispiace, terribilmente, che vi abbiano fatto gettare la spugna dopo sei anni e mezzo di attesa.

Non voglio entrare nel merito di quanto vi è successo con l’ente al quale vi siete affidati, ma credo solo che sia importante che alla base dell’affidamento di un incarico ci sia fiducia reciproca: da parte della coppia nei confronti dell’ente e viceversa.

Carissima Anna: fortunatamente non tutti gli Enti sono come quello che avete incrociato voi. Ce ne sono invece moltissimi che, alla base del loro lavoro, mettono un’etica professionale rigorosa e una profonda moralità nel comportamento con le coppie.

Vorrei dirle, Anna, che le coppie e le famiglie che compongono Ai.Bi. sono tutte passate, e non per colpa loro, attraverso l’esperienza mortificante delle troppe falle nella procedura, della cattiva burocrazia, delle scartoffie e delle lungaggini, della giustizia occhiuta e coi paraocchi. Addirittura riceviamo l’appello disperato di coppie che non possono portare il loro bambino in Italia, nella sua nuova casa, per motivi di diplomazia internazionale. Tanti di noi hanno sofferto sulla loro pelle la piaga che vi ha colpiti: la mancanza di un serio accompagnamento delle coppie che vogliono adottare.

Non si arrenda, Anna. Mai. È per coppie come voi che Ai.Bi. ha deciso, sola e controcorrente, di progettare una riforma per questo pericolante mondo dell’adozione. Una riforma che parta da una nuova legge e da una nuova cultura, nella quale non sarà più ammissibile scartare risorse preziose come voi. Ai.Bi. intende chiedere di sorvegliare più attentamente l’operato degli enti che seguono le coppie adottive e di ridurli fino a un numero essenziale ed efficiente.

Ma non perdete mai la speranza! Anche quando si fa scuro e si avvicina la notte, alzate gli occhi e guardate le stelle: in quel momento, nel mondo, un bambino le sta guardando come voi e sta sperando che un giorno due nuovi genitori verranno ad adottarlo. Quel bambino sarà domani vostro figlio.

La stringiamo in un abbraccio più forte di ogni delusione.

Irene Bertuzzi, area Formazione di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini