Adozioni in pancia, la paura di conoscere la madre di nostro figlio

L’ultimo sondaggio di Ai.Bi., l’adozione in pancia, ha spaccato i votanti a metà. Una commentatrice offre un’interpretazione della diffidenza verso la forma di adozione. Risponde l’esperto.

Federica scrive:
Probabilmente la paura maggiore in questi casi è che permettendo contatti tra la famiglia adottiva e la mamma biologica, la famiglia adottiva si senta addosso delle responsabilità sulla mamma biologica, o che la mamma biologica non riesca a staccarsi completamente dal proprio figlio e in qualche modo possa interferire con la nuova famiglia che si sta formando… Spesso anche solo i parenti possono diventare “scomodi” agli sposi novelli, ma quando c’è un figlio di mezzo non so quale potrebbe essere lo scenario più comune. Tempo fa so che almeno un tribunale italiano ha cercato di proporre quella che era chiamata adozione aperta, per certi aspetti simile a questo tipo di “adozione di pancia”, ma mi pare sia naufragata in poco tempo.

Carissima Federica,

devo chiarire che l’adozione che abbiamo chiamato “in pancia” è molto più simile alla nostra adozione di quanto si immagini. È vero che la famiglia biologica può contattare e scegliere gli adottanti e, come Lei ha ben evidenziato, questo contatto fra le due famiglie desta perplessità in Italia perché vietato dalla nostra legge. Le similitudini però sono più delle differenze: la scelta degli adottanti non è un accordo privato perché viene approvata dal Giudice ed è sempre il Giudice che pronuncia l’adozione. Inoltre da un punto di vista giuridico i legami con la famiglia d’origine vengono recisi e il minore diventa a tutti gli effetti figlio degli adottanti. Per questo l’adozione “in pancia” degli USA è diversa dalla nostra adozione “mite” dove, in effetti, i rapporti con la famiglia d’origine permangono. Non dimentichiamo che l’adozione “mite”, l’adozione aperta cui si riferisce, riguarda minori che hanno effettivi legami con la famiglia d’origine in difficoltà mentre quella “in pancia” degli USA riguarda minori appena nati e per questo è più assimilabile all’adozione di minori non riconosciuti dalla nascita, che in Italia esiste già. È importante sapere anche che con l’adozione “in pancia” è possibile scegliere di adottare da famiglie d’origine che accettano di non avere rapporti con la famiglia adottiva dopo la pronuncia dell’adozione. In questo caso il contatto tra le due famiglie si limiterà alla conoscenza iniziale senza alcuna relazione  dopo che il Giudice dichiara l’adozione.

Avv. Enrica Dato, Ufficio Legale e Diritti dei Minori di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini