Adozioni internazionali sotto la competenza del Ministero degli Affari Esteri: le prime adesioni alla proposta di Ai.Bi.

Adozione fuori dal letargo. Finalmente il mondo delle adozioni internazionali si sta scrollando di dosso il torpore nel quale è caduto dopo la presidenza di Carlo Giovanardi: gradualmente tutti i protagonisti coinvolti stanno realizzando la consapevolezza della piena crisi delle adozioni internazionali, una problematica su cui Ai.Bi. sta facendo appello già da diversi anni.

Dapprima nessuno credeva alle prospettive di crisi: ci sono voluti i dati pubblicati dal Rapporto CAI 2011, che parlano di un calo del 49% dei decreti di idoneità. Poi si sparava a zero su Ai.Bi. per le dichiarazioni sui troppi Enti Autorizzati in Italia: ci è voluta la pronuncia del 3 ottobre scorso da parte del Comitato dell’ONU per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, perché tutti si convincessero che Ai.Bi. evidenziava a ragione i rischi insiti nella giungla di Enti Autorizzati (incontrollati e in sovrannumero), folle e pericolosa caratteristica del sistema Italia.

Ora si iniziano a registrare le prime adesioni al progetto che Ai.Bi. ha lanciato a Torino il 21 gennaio 2010, in occasione del Convegno della Regione Piemonte Semi di Cooperazione, che Giovanardi tacciò come visionario. «Finalmente qualcuno sta aderendo alla proposta di Ai.Bi. di spostare la competenza delle adozioni internazionali dalla Presidenza del Consiglio al Ministero degli Affari Esteri – dichiara Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. –, creando un apposito dipartimento all’interno del Ministero: per il principio secondo il quale non solo l’adozione internazionale è un progetto di cooperazione (da quanti anni lo stiamo dicendo), ma soprattutto perché l’adozione internazionale deve essere un’espressione della politica estera dell’Italia e un’attività istituzionale pertinente alle ambasciate».

Infatti l’ultima adesione alla proposta di Ai.Bi., che tanto lasciò perplesso Giovanardi, proviene da parte del ricercatore Attilio Gugiatti del Centro di Ricerca Cergas, Università Bocconi. Gugiatti ha pubblicato il 6 marzo un articolo sull’autorevole giornale LaVoce.info. Ecco le dichiarazioni di Gugiatti:

«Ancora più importante appare la necessità di concepire l’adozione internazionale come un tassello importante di una politica estera complessiva orientata allo sviluppo di relazioni di cooperazione con vari paesi. In questa visione, la politica estera del governo italiano dovrebbe dare maggiore supporto all’attività degli enti che sono impegnati in diversi paesi non solo in interventi legati all’adozione, ma in numerose iniziative di cooperazione allo sviluppo e solidarietà con il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. E le rappresentanze italiane all’estero dovrebbero essere chiamate a un maggiore impegno a sostegno degli enti e delle famiglie nei percorsi adottivi, resi spesso difficili dalle differenziate normative dei singoli paesi e dall’esistenza di pratiche poco trasparenti delle organizzazioni locali».

Infine Ai.Bi. sottolinea che il trasferimento delle adozioni internazionali sotto la competenza del Ministero degli Affari Esteri costituisce una parte significativa della proposta di legge che Ai.Bi. ha elaborato per riformare l’adozione internazionale, e che sta per essere presentata nelle sedi legislative italiane.