Bielorussia. La lettera che sbloccherebbe le adozioni è sulla scrivania di Renzi dal 9 novembre. E intanto i genitori chiedono a Mattarella la firma decisiva

istituto bielorussiaManca solo l’ultimo passo. Ma riuscire a compierlo sembra un’impresa titanica. Per portare finalmente a casa quasi 150 bambini bielorussi adottati da altrettante famiglie italiane serve una firma: una semplice firma da parte delle autorità del nostro Paese in calce a una lettera che Minsk richiede a garanzia del fatto che i minori bielorussi accolti in Italia vengano trattati nel pieno rispetto dei loro diritti. Una formalità, insomma. Ma questa lettera dal 9 novembre è sulla scrivania del presidente del Consiglio Matteo Renzi e in Bielorussia non è ancora arrivata. E i 150 bambini al momento restano nell’Est Europa in attesa di poter abbracciare i loro genitori italiani. Un’attesa che si prolunga da troppo tempo.

“Abbiamo inviato solleciti su solleciti, coinvolgendo ministri e personaggi politici – sottolinea Maurizio Faggioni, presidente dell’associazione Bambini di Chernobyl Onlus, uno degli enti autorizzati che seguono una parte consistente delle famiglie coinvolte in questa vicenda -. Ma i recenti avvenimenti internazionali, gli attentati di Parigi e l’allarme terrorismo, mi fanno capire il perché la lettera di garanzia non sia ancora arrivata a Minsk, anche se non giustificano questo ritardo”.

Recentemente la questione del blocco delle adozioni internazionali in Bielorussia è stata sottoposta nuovamente al presidente della Repubblica, dato che “il Quirinale si è dimostrato l’unica istituzione sensibile alla vicenda”, come ricorda lo stesso Faggioni. Uno dei genitori in attesa del proprio figlio ha scritto alla Presidenza della Repubblica, ricordando l’evoluzione dei fatti e chiedendo al capo dello Stato di incaricarsi personalmente di apporre la firma necessaria sulla lettera di garanzia che sbloccherebbe la situazione. Il presidente della Repubblica può farlo alla pari del premier, come verificato dall’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro, a cui Faggioni si era rivolto nel mese di ottobre e che ha preso seriamente a cuore la vicenda.

“Nella sua lettera – spiega il presidente di Bambini di Chernobyl Onlus – questo genitore mette anche in evidenza una cosa importantissima. Nonostante le difficoltà e i tanti intoppi burocratici, il cuore delle famiglie italiane è grande e gli aspiranti genitori adottivi sono decisi ad andare avanti, consapevoli del fatto che la cosa più importante sia dare una famiglia ai bambini bielorussi, salvandoli dall’abbandono”.

La lettera in questione è l’ultimo atto previsto dalle procedure diplomatiche tra Italia e Bielorussia per l’adozione internazionale. È richiesta da Minsk a garanzia che i bambini accolti vengano cresciuti nel nostro Paese nel miglior modo possibile. E davanti a questa formalità, l’Italia è ferma da mesi. Del resto, come lo stesso Faggioni ha scritto commentando un articolo in cui si citava anche lo stallo delle procedure di adozione tra Italia e Bielorussia, “lo stop & go lo si deve esclusivamente alla burocrazia e ai ritardi dell’Italia”. La storia più recente lo testimonia in modo inequivocabile.

Il 19 maggio, dopo mesi e mesi di attesa, le autorità italiane inviano a Minsk la lista di richiesta di adottabilità dei minori bielorussi. Dall’Est Europa la risposta, contenente i nominativi dei bambini adottabili, arriva il 22 luglio. Il 3 agosto la Commissione Adozioni Internazionali augura “buon lavoro” agli enti interessati. Ma la possibilità di procedere con le adozioni in realtà ancora non c’è. Faggioni lo scopre direttamente in Bielorussia dove si reca per il disbrigo di alcune pratiche burocratiche. Ne nasce un botta e risposta tra il suo ente e la Cai a cui segue l’invito rivolto dallo stesso Faggioni alle tante coppie in attesa a scrivere direttamente al premier e al capo dello Stato. Con la mediazione dell’ambasciatrice D’Alessandro e del ministero degli Affari Esteri, la lettera di garanzia il 9 novembre arriva sulla scrivania di Renzi. Lì attende che la situazione si sblocchi. E le famiglie e i bambini attendono con lei.