Brambilla (Presidente Commissione Bicamerale Infanzia): “Come intende agire il Governo per sanare in via di grave urgenza le palesi illegittimità che viziano l’operato della CAI?”

brambillaA distanza di una settimana, da quando la deputata di Scelta Civica Paola Pinna ha presentato un’interpellanza urgente puntando l’attenzione sugli svariati problemi legati alle adozioni internazionali in Italia, un altro atto di sindacato ispettivo interpella il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulla grave crisi che ha colpito il settore. Questa volta è di “quelli pesanti”: a presentarlo la Presidente della Commissione Bicamerale Infanzia, Michela Brambilla.

Ancora una volta viene messa sotto accusa la paralisi e l’inefficienza della CAI, Commissione adozione internazionale, e fra l’altro gli interpellanti (Brunetta, Prestigiacomo e Carfagna, tutti di FI) si chiedono cosa aspetti il Governo ad intervenire per tentare di sanare “le palesi illegittimità che viziano l’operato della Commissione adozioni internazionali”.

Riportiamo il testo integrale dell’interpellanza.

 

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere –

premesso che:

l’adozione è uno strumento fondamentale a favore dell’infanzia, in quanto garantisce ai bambini

il diritto ad avere una famiglia e, pertanto, deve essere messo al centro dell’attenzione delle istituzioni

e concretizzarsi in un sistema organico di politiche per l’infanzia ancora non pienamente realizzato;

in particolare, nel sistema delle adozioni internazionali riveste un ruolo essenziale il corretto

funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali (CAI), l’autorità centrale del nostro

Paese in materia, istituita presso la Presidenza del Consiglio con la funzione di garantire che le

adozioni di bambini stranieri avvengano nel rispetto dei principi stabiliti dalla Convenzione de L’Aja

del 29 maggio 1993 sulla tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale;

da più parti vengono denunciate gravi anomalie nella gestione della Commissione adozioni

internazionali che compromettono il delicato ruolo politico di coordinamento, supervisione e

monitoraggio delle procedure di adozione internazionale affidato all’organismo e che si concretizza

principalmente nel rilascio delle autorizzazioni agli enti attraverso quali si realizza l’iter adottivo,

nelle competenze riguardanti l’ingresso dei minori provenienti dagli stati stranieri, nella gestione dei

rapporti con i Paesi esteri e con le altre autorità nazionali;

attualmente la Presidenza della Commissione per le adozioni internazionali è in capo al

Presidente del Consiglio dei ministri, dottor Matteo Renzi, e per delega di funzioni da parte dello

stesso, alla consigliera Silvia Della Monica;

la consigliera Silvia della Monica è, quindi, allo stesso tempo presidente e vicepresidente della

Commissione, benché il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2007, n. 108, tenga

distinte le due figure;

risulta, poi, che l’organismo si sia riunito una sola volta nel giugno 2014 per costituirsi e

prendere atto della nomina. Nel 2015 non consta che la Commissione sia stata convocata, mentre la

prassi normale, in passato, era che si riunisse sei o sette volte l’anno, senza contare gli incontri con

gli enti autorizzati sulla situazione nei singoli Paesi;

la Commissione adozioni internazionali, quindi, non pare abbia adottato alcuna delibera in

forma collegiale, neppure per ratificare provvedimenti della presidente-vicepresidente;

famiglie ed enti, inoltre, lamentano l’accentramento in capo alla consigliera Della Monica

di tutti gli atti e le decisioni formali della Commissione e conseguentemente il venir meno

della «cooperazione tra i soggetti che operano nel campo della protezione dei minori» che la

Commissione, ai sensi dell’articolo 39 della legge n. 184 del 1993 dovrebbe invece promuovere. Ve

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ne sono numerosi esempi, da ultimo la lettera in data 10 dicembre 2015 nella quale la presidentevicepresidente

non solo intima agli enti di non intrattenere rapporti con autorità straniere, ma censura

anche non meglio precisate «iniziative assunte da alcuni enti autonomamente nei rapporti con

autorità e istituzioni italiane»;

un altro adempimento rispetto al quale si registra una grave inefficienza della Commissione

è quello relativo alla pubblicazione dei dati gestiti: l’ultimo report statistico elaborato – «Dati e

prospettive nelle adozioni internazionali: rapporto sui fascicoli dal primo gennaio al 31 dicembre

2013, in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti» – è stato pubblicato nel 2014;

mancano, dunque, per gli anni 2014 e 2015 dati ufficiali relativi alle adozioni internazionali e

infatti diverse fonti riportano che l’Italia è stata oggetto di richiamo da parte del Permanent Bureau

della Conferenza di diritto internazionale privato de L’Aja per il mancato rispetto delle linee guida

sull’operatività della Convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di

adozione internazionale, fatta a il 29 maggio 1993, e per la mancata trasmissione dei dati relativi alle

adozioni internazionali;

pur in assenza di dati statistici ufficiali aggiornati sull’andamento delle adozioni internazionali,

si stima che nel 2014 le adozioni internazionali siano state meno di 2 mila, contro le 4130 del

2010 e viene segnalato da più parti che tale significativo decremento derivi dalla persistenza di

problematiche rilevanti che incidono non solo sul dato quantitativo, ma anche su quello qualitativo del

percorso adottivo;

le principali criticità, sono legate proprio ad una burocrazia interna farraginosa ed inefficiente

e alla mancanza di trasparenza, aspetti che si riflettono direttamente sui tempi per l’ottenimento

dell’idoneità all’adozione, sui tempi per la conclusione del procedimento adottivo all’estero, sui

rallentamenti e blocchi subiti dalle famiglie adottive in attesa di completare il percorso adottivo

di bambini provenienti dalla Colombia, dal Mali, dall’Etiopia, dal Kirghzistan dalla Repubblica

Democratica del Congo, sui costi delle adozioni insostenibili per molte famiglie;

con riferimento al profilo della trasparenza delle informazioni, nel dossier adozioni presentato

dal CARE – Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in rete –, viene

segnalata la necessità e l’urgenza della «strutturazione di un sito della Commissione Adozioni

Internazionali in open data su diverse sezioni quali ad esempio gli ingressi dei minori su base

trimestrale suddivise per Paesi ed enti»; si sottolinea, poi, come risulti «cruciale ristabilire la Linea

CAI che ha avuto un ottimo feedback dalle famiglie che ne hanno potuto usufruire negli anni passati

sino a che è stata mantenuta attiva»;

ancora, sulla trasparenza dei dati relativi ai costi per le pratiche in Italia e all’estero proposti

dagli enti autorizzati il citato dossier evidenzia la necessità che la Commissione adozioni

internazionali provveda, come negli anni passati, a stabilire tetti di spesa per ciascun Paese e che i

relativi aggiornamenti vengano prontamente pubblicati sui siti della CAI e di ogni ente autorizzato;

alla luce di quanto evidenziato, non è, dunque, accettabile una condizione di ridotta operatività,

se non di vera e propria paralisi, della Commissione per le adozioni internazionali tanto più che

l’articolo 1, comma 411, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 – Disposizioni per la formazione

del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016) – ha istituito nello stato

di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, un autonomo fondo per le adozioni

internazionali, dotato di 15 milioni di euro annui, a decorrere dal 2016 proprio al fine di sostenere le

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politiche in materia di adozioni internazionali e di assicurare il funzionamento della Commissione per

le adozioni internazionali –:

quali siano le motivazioni per le quali la Presidenza del Consiglio dei ministri non si attiva

fattivamente per far sì che la Commissione si riunisca regolarmente per adempiere i compiti che le

sono propri;

come intenda agire per sanare in via di grave urgenza le palesi illegittimità che, a giudizio degli

interpellanti, viziano l’operato della Commissione per le adozioni internazionali;

quali iniziative intenda assumere per salvaguardare i minori oggetto di adozione internazionale

e i genitori disponibili ad offrire loro una famiglia;

quali iniziative intenda adottare per garantire l’operatività della Commissione per le adozioni

internazionali al fine di consentire all’organo di esercitare un ruolo più incisivo soprattutto nella

vigilanza e nel controllo delle procedure di adozione, in particolare nell’operatività degli enti

autorizzati all’estero;

quale percentuale delle risorse del fondo per le adozioni internazionali il Governo intenda

destinare al funzionamento della commissione e quali alle misure di sostegno delle adozioni

internazionali, come il rimborso delle spese sostenute dai genitori adottivi per l’espletamento della

procedura di adozione e la defiscalizzazione di tali spese e delle spese sostenute dalle famiglie

adottive di minori con bisogni speciali (special needs).