Burkina Faso, golpe militare: bruciato il parlamento e potere all’esercito

burkinaE’ caos politico in Burkina Faso. Uno dei Paesi  più stabili dell’Africa occidentale nelle ultime settimane è diventato una polveriera, che ha raggiunto il livello di massimo allarme giovedì 30 ottobre. In serata, infatti, è stato annunciato il golpe militare. Il presidente Blaise Compaoré, in carica ininterrottamente da 27 anni, ha fatto perdere le sue tracce, mentre le manifestazioni popolari contro di lui hanno provocato 5 vittime. Nel frattempo, è stata chiusa la televisione di stato e gran parte degli edifici amministrativi è stata incendiata. “I manifestanti sono entrati in Parlamento appiccando il fuoco e l’hanno totalmente bruciato – riferisce l’edizione online del quotidiano locale “Sidwaya” –. Inoltre, sono stati incendiati la presidenza, le residenze di diversi deputati e molti edifici del centro città. Una folla inferocita ha distrutto, saccheggiato o bruciato tutto quello che poteva trovare”.

Un reparto dell’esercito ha risposto  sparando, prima in aria e poi sulla folla, ma poco dopo gran parte dei militari si è schierata al fianco dei cittadini. In serata l’esercito ha costituito una giunta esecutiva, annunciando lo scioglimento del governo e dell’Assemblea nazionale.

Il golpe ha portato anche alla chiusura dell’aeroporto internazionale e all’arresto di diversi uomini di governo, fermati mentre tentavano di riparare all’estero. Tra loro ci sarebbe anche il fratello del presidente, Francois Compaoré.

Mentre la capitale Ouadadougou bruciava, si registravano scontri anche in altre città del Paese: Bobo Dialassou a ovest, Ouahiguya a nord, Fada Ngurma a sud-est.

La scintilla che ha fatto scoppiare gli scontri è stato il tentativo da parte del presidente di far approvare al Parlamento un referendum per cambiare l’articolo 37 della Costituzione che gli avrebbe permesso di governare per altri 5 anni a partire dalla elezioni previste per il 2015.

Davanti alle proteste oceaniche nella capitale, Compaoré ha tentato, invano, di correre ai ripari, sciogliendo l’esecutivo e appellandosi all’opposizione, “per permettere un ritorno alla calma e l’avvio di colloqui”.

La situazione politica nel Paese africano è seguita con attenzione anche in Italia, in particolare da chi si occupa di adozioni internazionali. Il Burkina Faso è infatti uno dei Paesi di tradizionale provenienza dei bambini adottati in Italia: sono stati 37 quelli accolti nel 2013, con un’età media di 4,4 anni, in calo rispetto al 2012, quando furono 52, ma in leggero aumento rispetto al 2011, quando ci si fermò a quota 30. Dal 2000 al 2013, sono stati 251 i piccoli burkiniani accolti in Italia.