Caro Giovanardi, siamo genitori “adattati “, ma nostra figlia non e’ un fondo di magazzino!

Sta suscitando scalpore presso i genitori adottivi l’espressione utilizzata dal Sottosegretario Giovanardi nell’intervista rilasciata su La Stampa. Giovanardi ha affermato che “è sempre meno semplice venire incontro al sogno di gran parte dei genitori di adottare un bambino piccolo. Chi vuole adottare deve spesso adattarsi ad accogliere bambini grandi, con fratelli a volte con problemi.”.

Questa è la risposta alle parole di Giovanardi di una coppia di genitori adottivi, inviata allo stesso quotidiano piemontese.

“Gentile Direttore,

Siamo una coppia di genitori adottivi, le scriviamo per far sapere all’onorevole Giovanardi che le sue parole, da voi pubblicate, ci hanno profondamente offesi.

Siamo genitori che, a suo tempo, si sono “adattati” ad adottare una bimba gravemente disabile.

Francamente non capiamo come si possa utilizzare il termine “adattarsi”: nostra figlia non è un fondo di magazzino, non è merce in saldo, nostra figlia è il sole della nostra vita!

Esistono molte coppie che scelgono liberamente di accogliere bimbi disabili, o grandi, o gruppi di fratelli. Perchè, onorevole ministro, l’adozione non è “venir incontro al sogno della gran parte dei genitori”, l’adozione è prestare orecchio al grido dei bambini abbandonati, di tutti i bambini abbandonati, e in primo luogo di quei bimbi che hanno più bisogno perchè disabili, o perchè già da molto tempo attendono una famiglia.

Le sue parole sviliscono terribilmente l’adozione, mettendola alla stregua di un vile atto di compravendita dove, se la domanda non corrisponde all’offerta, i compratori si devono adeguare alla merce di serie B.

Se lei, che dovrebbe garantire, come dice la legge, una famiglia per ogni bambino, cerca ancora di dare, invece, un figlio a chi non può averne, distorcendo completamente il senso di tale atto, chi difenderà e aiuterà qui bimbi che ancora attendono una mamma e un papà?

Se lei, che dovrebbe promuovere una nuova idea di famiglia, che dovrebbe sostenere chi ha coraggio di aprire la propria casa ad un tipo di genitorialità molto speciale, dice ancora frasi da venditore di auto usate, chi rappresenterà noi, i nostri figli, e tutti quei bimbi che aspettano di diventare figli?

Mai, in tutta l’intervista, lei sembra interessarsi al bene dei bambini,mai parla di loro come protagonisti dell’adozione, mai parla dei loro diritti. Come genitori ci sentiamo in dovere di ribadire a lei e a tutti quelli che intraprendono il cammino dell’adozione, che il centro di tutto il percorso deve essere il bene del bambino e non il desiderio che la creaturina non sfiguri nelle foto di famiglia!

Ci auguriamo davvero che questo crollo delle domande di adozione sia, in realtà, il sintomo di una nuova consapevolezza che doni una famiglia a tutti quei bimbi che attendono, spesso da anni, qualcuno che li ami e che faccia loro il dono più grande: il diritto ad avere una mamma e un papà.

Cordialmente,

E. G.”