Chef Barbaglini. “La cucina è uno dei modi più nobili per comunicare con i bambini. Per questo sostengo Ai.Bi.”

Fabio Barbaglini
Fabio Barbaglini: Chef rinomato e di successo, allievo di Ezio Santin, premio La Performance dell’Anno per conto della guida de L’Espresso (1999 ), premio Giovane Chef dell’Anno (2002), 1 stella Michelin nel 2004

Una serata per celebrare il matrimonio tra eccellenza e solidarietà, eleganza e prestigio dove lo stile non è in contraddizione con una buona azione: anzi la dimostrazione che le due cose possono sostenersi a vicenda. Un evento che comprende i prodotti donati dalle più prestigiose aziende del mondo del design, della moda, della tecnologia e una favolosa Cena di Gala realizzata da chef rinomati a livello internazionale. Tutto questo è Il Bello che fa bene, il grande evento che si svolgerà il 17 novembre alla Triennale di Milano, evento benefico a favore di Ai.Bi., Amici dei Bambini. Tra i grandi vip che hanno deciso di prestare il loro volto e mettere la propria firma a favore dei bambini abbandonati nel mondo, c’è lo chef Barbaglini, una delle firme dei più rinomati hotel a 5 stelle in Svizzera, ristoranti fra i quali le stelle Michelin, Caffè Groppi, da lui aperto, La Cassolette e L’Antica Osteria del Ponte, che lo ha visto artefice della riapertura in qualità di chef-patron.

Gli abbiamo chiesto che ne pensa dell’evento e come si sta preparando.

Il Bello che fa Bene è un modo di pensare, un approccio filosofico che raccoglie tutti i protagonisti del Bello, sotto un comune intento di solidarietà. Quanto la cucina e la gastronomia possono contribuire al concetto di bello?

L’ alta gastronomia è ciò che di più puro uno chef può esprimere dopo attente e intime riflessioni che nascono dalle sue prime origini gastronomiche per arrivare a delineare un pensiero personale ed allargato legato al cibo. Non più solo cibo cucinato, ma un forte legame con la natura, con un proprio e nuovo stile, con una visione sempre più volta all’innovazione, perché è il naturale avanzamento di un percorso personale. Lo stile , la purezza e l’essenzialità allora potranno tracciare la vera firma di un autore, che con sensibilità non si potrà sottrarre a contribuire nel suo piccolo, alla vera cultura di un popolo, ai costumi ed a tutte quelle attività che sono necessarie ad un benessere comune, sia esso mentale e culturale, sia esso fisico. Uno chef deve cucinare per esprimere tutto questo, la gastronomia deve esprimere tutta la sensibilità e l’interiorità di uno chef, anche fuori da una cucina, anche in un momento di confronto.

Perché lo chef Barbaglini ha deciso di sostenere questa iniziativa di Ai.Bi. Amici dei Bambini?

Perché credo che sia importante contribuire nel nostro piccolo ad iniziative nobili come queste, soprattutto in un periodo storico in cui la correttezza è sempre più minata, in cui il rispetto altrui ha sempre meno valore lasciando sempre più spazio all’egoismo. Perché la cucina è uno strumento per comunicare con i bambini e bisognerebbe di fatto organizzare, magari anche nelle scuola, più iniziative legate al cibo. Perché sono genitore di due gemelle e non posso rimanere insensibile.

Come si può coniugare la cucina di alto livello con la beneficenza?

Credo che il modo più naturale per unire le persone sia metterle attorno ad un tavolo, un gesto conviviale forte, simbolico e di scambio che ti predispone a dare e ricevere. Sta a noi utilizzare tutta l’abilità necessaria ad esaltare maggiormente le sfumature che caratterizzeranno una serata di Solidarietà in una serata dedicata anche al Gusto.

In una società come quella attuale, tanto assorbita dai frenetici ritmi della vita quotidiana e dalla crisi economica, c’è ancora spazio per il binomio “Bello e buono”?

Credo che l’equilibrio dipenda essenzialmente dal bagaglio culturale di un popolo e dalla predisposizione ad avere rispetto per il prossimo. Purtroppo, e soprattutto in questo Paese, c’è la tendenza ad essere sempre più “furbi” a discapito di tutto ciò che può essere più nobile, artistico e bello. La tendenza è quella di perdere tutto ciò che negli anni è stato fatto di “Bello” conservando sempre meno il gusto per il “Buono”. Queste iniziative mi auguro che servano anche per sensibilizzare questi aspetti, perché l’identità di un popolo passa anche attraverso il cibo oltre alla cultura e all’eleganza.

 Il Bello che fa bene, fiore all’occhiello di Ai.Bi. è una serata di eleganza e prestigio che comprende i prodotti donati dalle più prestigiose aziende del mondo del design, della moda, della tecnologia e una favolosa Cena di Gala. Qualche indiscrezione sulle delizie che farà assaggiare ai nostri pregevoli ospiti?

Cercherò di portare in tavola la natura, la freschezza e la leggerezza, declinata con gusti e sapori veri e puri, attraverso i profumi, i colori e la stagionalità.

E’ una serata perfetta per le aziende e per le persone che credono che una scelta di stile non sia di per sé in contraddizione con una buona azione e che, al contrario, le due cose possano sostenersi a vicenda. Che ne pensa?

Ogni pensiero ed azione nobile nasce dalla volontà di miglioramento che ogni individuo possiede, non può essere quindi moralmente in contraddizione un’azione atta al  miglioramento di una condizione sociale così come non lo è un’ altra atta al miglioramento professionale.   

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