CIFA, la lettera di Gianfranco Arnoletti: «Dopo le note vicende del 29 aprile, nuove elezioni»

Nell’arco degli ultimi mesi la onlus CIFA, Ente Autorizzato alle adozioni internazionali, ha subito vicende di contestazione ai vertici. A seguito dei disordini, occorsi negli ambienti direttivi dell’Ente tra l’aprile e il settembre 2011, pubblichiamo la nota che Gianfranco Arnoletti, presidente della Onlus per 25 anni, ha scritto allo scopo di dirimere le turbolenze. La presente lettera è comparsa anche sul Forum di Ai.Bi. il 30 novembre.

«Prendo la parola per salutare l’ennesimo colpo di scena di Ambra Enrico e dei suoi amici.

«Lo faccio con un certo stupore. La storia recente di Cifa ha inizio con un colpo di mano, per poi diventare, a settembre, una annunciata candidatura di Ambra alla presidenza e giungere recentemente ad un repentino dietrofront con cambio di mansioni e ruoli: chissà cosa accadrà ancora fino all’assemblea.

«Lo scenario lascia intravedere che questa sia solo l’ennesima puntata di cui Ambra ha reso protagonista il Cifa, senza che il Cifa vero, quello che lavora e che in silenzio, da anni, dà vita al diritto di tanti bambini di trovare i genitori, sia mai stato voglioso di tanti riflettori.

«In queste settimane il Consiglio Direttivo da me presieduto si è posto un obiettivo chiaro e semplice: preparare l’assemblea e portare avanti le tante attività quotidiane legate all’adozione ed all’aiuto dei bambini in difficoltà, ripristinando un clima di fiducia e stima tra i dipendenti e riportare sicurezza tra gli associati e le coppie che al Cifa hanno conferito il mandato adottivo.

«Il mio impegno e quello del Consiglio Direttivo da me presieduto è stato, ed è, quello di trovare regole certe e a garanzia di tutti, chiarire con la CAI alcune situazioni recenti poco chiare e soprattutto ultimare l’opera di verifica dei soci, iniziata solo parzialmente e poi non portata a termine dal Direttivo presieduto da Munafò: fatto che ha creato disagi operativi notevoli e reazioni negative comprensibili da parte di molti amici di Cifa.

«Sono pronto a proseguire con molti altri l’opera di Cifa, la sua crescita e la sua continuità nel tempo, anche attraverso figure di rilievo che possano succedersi al sottoscritto nel delicato incarico di Presidente di una ONG che ha rapporti con una ventina di Paesi nel mondo: incarico che non si può abbozzare o improvvisare, che ha bisogno di esperienza e professionalità e che necessita di essere costruito proprio per rispetto alla storia ed al prestigio di Cifa e dei suoi interlocutori.

«I nomi dei candidati li faremo quando le candidature verranno depositate nella certezza delle regole. Li condivideremo, ma non li anticiperemo informalmente, come sta accadendo, in un freddo e anonimo blog.

«Tutti voi comprendete che dopo il colpo di mano dell’ultima assemblea, Cifa non possa correr più alcun rischio. È già abbastanza grave quello che cinque persone, senza alcuna conoscenza della normativa in tema di adozione, guidate da Munafò, hanno costretto a far subire all’Ente. Quello che è capitato a noi potrebbe capitare a qualsiasi altro ente italiano e sulla soluzione che sapremo dare molti enti predisporranno modifiche statutarie e proporranno innovazioni normative.

«Le prossime elezioni del nuovo consiglio direttivo sono ormai certezza.

«Noi ci stiamo avvicinando a questa data senza il livore e gli atteggiamenti eccessivamente rissosi o ultimativi che hanno contraddistinto le comunicazioni telefoniche fatte dalla candidata e dai suoi compagni alle famiglie e i commenti gratuiti e dannosi che si sono succeduti sui forum e da cui mi sono dissociato da subito.

«Commenti che hanno trovato tutti i dipendenti (tutti) sdegnati, perché non si sono riconosciuti nelle accuse gratuite mosse all’associazione. Non bastano slogan e affermazioni prive di riscontri per modificare la realtà; è un modo di agire che non condividiamo ed in cui non ci siamo mai riconosciuti.

«Il confronto pubblico sui temi e sui destini dell’ente ci sarà, perché ci crediamo fermamente e perché sarà utilissimo raccontare alle famiglie con precisione gli obiettivi reali e le prospettive che ogni lista intende proporre. La presenza dei requisiti di legge nei candidati, e le loro specifiche esperienze.

«Invito tutti – nel frattempo – a documentarsi, bene e con i documenti alla mano, su quello che è accaduto in questi mesi, su ciò che Cifa ha vissuto e sta vivendo e sul fatto che il ‘passo indietro’ di Ambra Enrico, Salvatore Gandolfo, Antonio Munafò, rappresenta una ulteriore conferma di ciò che noi dicevamo da tempo, peraltro nelle sedi opportune, e non usando indecorosamente Internet.

«Siamo contenti di questa ammissione palese di Enrico, Munafò e Gandolfo, anche se fa sorridere il tentativo goffo di mascherare il gesto con un presunto atto di “generosità” che, a ben vedere, propone un bucolico ritorno ad un Cifa che non ha alcun futuro, non è adeguato ai compiti di legge e neppure, in verità, è mai esistito. Anche questo è sintomatico dello stile di chi ha guidato il Cifa per quattro mesi dopo il golpe del 29 Aprile.

«Buon lavoro e a presto. Un cordiale saluto».

Gianfranco Arnoletti

(Per approfondimenti, rimandiamo alla sezione del Forum di Ai.Bi.
Si rinvia infine all’
articolo de La Stampa del 30 luglio 2011, nonché al sito del CIFA, chi desiderasse contestualizzare la vicenda).