Cina. Quando l’adozione si fa in tre: “Mamma tranquilla, se Zili piange lo consolo io” e ora l’uno è l’ombra dell’altro

colucci1“Ogni tanto pensiamo che prima o poi…ci distruggerà la casa! Zili si arrampica ovunque, il suo braccio…. non è affatto un limite per lui!” Elena e Marco Colucci, già genitori di Matteo, 5 anni, raccontano le acrobazie domestiche di Zili, due anni. Arrivato lo scorso maggio da Xi’An, insieme al gruppo più numeroso di famiglie mai partito per la Cina, Zili non pare essersi mai sentito in difficoltà per quanto gli manchi l’avanbraccio sinistro.

Siamo andati a Bologna in un centro specializzato per fargli costruire la protesi – dice mamma Elena – : al momento riesce a tenerla al massimo 5 minuti al giorno, poi se la toglie. In parte ci avevano avvisato che essendo così piccolo non sarebbe riuscito a tenerla molto, però è importante che si abitui all’idea. Sarà utile quando andrà a scuola”.

Nessuno ferma questo piccolo, simpatico terremoto protagonista odierno della campagna #iosonoundono. Zili è perfettamente a suo agio nella sua famiglia di Mestre, è felicissimo di aver trovato mamma e papà e soprattutto “segue il fratello ovunque vada, è diventato quasi l’ombra di Matteo”, confermano i genitori.

Il fascino del fratello maggiore è irresistibile, anche se all’inizio non è stato così. “Finché eravamo in Cina, Zili non voleva stare con il fratello ma solo con noi – dice Elena – : io e mio marito eravamo quasi più preoccupati per Matteo che per il nuovo arrivato. Per fortuna eravamo un gruppo di famiglie con tanti bambini: essere insieme è stato fondamentale. I bambini giocavano tra di loro e c’è stato modo quindi di stemperare le eventuali tensioni”.

In più il piccolo Matteo, che all’epoca aveva 4 anni e mezzo, a Xi’an ha preso un po’ di influenza e quindi giocoforza doveva stare separato dal fratellino. Intanto mamma e papà cominciavano a costruire la relazione con il più piccolo che, da quanto racconta Elena, aveva molta fame di mamma.

Ci avevano detto che di solito i fratelli maggiori fanno da ponte nelle adozioni, sono figure più rassicuranti rispetto agli adulti – dice Marco –:in questo caso Zili ha capito subito che il trono di casa era da condividere con qualcun altro!

Matteo è stato un fratello affettuoso: “Non vedeva l’ora di incontrarlo e abbracciarlo – ricorda Elena – ; mi diceva sempre: Mamma non preoccuparti, se Zili piange lo consolo io!”.

Tornati a casa, tutto è filato liscio tra i fratelli: hanno cominciato a giocare, a volersi bene, a essere gelosi l’uno dell’altro: “Tutto normale, come in qualsiasi famiglia”, dicono mamma e papà.

Il buon carattere di Zili e l’affetto dei nonni hanno poi chiuso il cerchio: “I nonni sono stati bravi a dosare bene le attenzioni con entrambi i fratelli – dice Elena – : arrivati in aeroporto dalla Cina hanno prima di tutto salutato Matteo e anche quando andiamo a casa loro cercano di dedicargli tempo perché in fondo, Matteo è il fratello maggiore ma è ancora piccolo”.

Per Marco e Elena l’adozione era un sogno già dal giorno del matrimonio: “Ci siamo subito incamminati su entrambe le strade: appena sposati cercavamo un figlio naturalmente ma al tempo stesso avevamo cominciato anche il percorso adottivo con i Servizi sociali del Veneto. Nel frattempo è arrivato Matteo”.

Così, dopo un paio di anni, la famiglia Colucci ha presentato domanda di adozione ricominciando il percorso, per quanto buona parte della formazione relativa alla coppia fosse già stata completata. Nel 2013 arriva il decreto di idoneità cui segue il mandato ad Ai.Bi e, successivamente la proposta di abbinamento.

Siamo andati all’incontro con la decisione già presa: è lui nostro figlio, punto e basta , non importa come sarà – ricordano i Colucci – : non avevamo dubbi e non ne sono emersi dopo”. “Al primo incontro era molto spaventato, immobile, quasi paralizzato – concludono – : tuttavia trascorsi pochi giorni, abbiamo subito capito che Zili si stava fidando di noi e che il braccio non era per nulla un problema: dal punto di vista fisico si era adattato a fare qualsiasi cosa”.