Congo, dove la fame è più nera

Congo della fame, Congo dell’abbandono. È dal 2003 che la Repubblica Democratica del Congo continua a trascinare la propria ripresa dalla guerra, scoppiata nel 1998 e consumatasi per cinque anni, senza che l’Occidente ne avvertisse il terribile potere dirompente. Il «più sanguinoso conflitto seguito alla Seconda Guerra Mondiale» ha prostrato il Paese, ha tagliato fuori la popolazione dall’accesso alle ricchissime risorse del suolo, compromettendo le potenzialità di sviluppo fisico e intellettuale di più di una generazione. Il nuovo Indice Globale della Fame 2011 (Global Hunger Index, scaricabile all’indirizzo: http://www.ifpri.org/node/8047), da anni non registra miglioramenti nel contesto della Repubblica Democratica del Congo: la percentuale di aumento della fame (+63%) colloca il Congo nell’allarmante qualifica di «perdente assoluto» tra i paesi colpiti, condizione nettamente più grave degli immediatamente successivi Burundi ed Eritrea.

E le notizie relative all’abbandono? La percentuale di abbandono dei bambini è gravissima: i figli sono abbandonati dal 60% delle madri, minacciate a loro volta da abuso e violenza sessuale. Niente spazio a dubbi: il Congo è il Paese dove le maggiori emergenze umanitarie – fame, guerra, carestia, abbandono minorile – si concentrano tutte assieme e con violenza devastante. L’80% della popolazione affronta l’impossibile, sopravvivendo con meno di un dollaro al giorno. Incidenti imprevedibili e malattie endemiche affliggono i più poveri tra i poveri, come l’escalation di colera scoppiato lo scorso luglio.

Dal 2007, Ai.Bi. combatte la piaga dell’abbandono in Congo. Bambini di strada, bambini-soldato, bambini già ridotti alla condizione di ex-reduci di guerra, bambini-stregone (i cosiddetti shegu), ogni giorno aumentano e hanno bisogno del nostro aiuto. Nei centri di accoglienza, aperti nei quartieri della capitale Kinshasa, Ai.Bi. si mobilita per reperire la strumentazione medica e il personale sanitario essenziale alle visite ginecologiche e pediatriche, identifica i minori e rintraccia le famiglie d’origine, elabora progetti individualizzati per il reintegro in famiglia di ciascun singolo bambino (i Piani Interni Individualizzati), sensibilizza al sostegno. Ai.Bi. è presente in sette centri dove attua interventi di emergenza per combattere la mortalità infantile e dove ha iniziato la reintegrazione familiare di bambini e adolescenti strappati alla strada. Anche tu puoi contribuire a salvarli: basta un click online. Informati come, sulla pagina di Ai.Bi: https://www.aibi.it/ita/attivita/cooperazione-internazionale/congo/.