Culle per la vita, una possibilità per i neonati abbandonati

culleRiportiamo la versione integrale dell’articolo pubblicato, il 23 aprile, su “Quotidiano di Sicilia” a firma di Chiara Borzì. La giornalista partendo dai fatti di cronaca di abbandoni neonati per strada, mette l’accento sull’importanza delle culle per la vita e sull’iniziativa di Ai.Bi. di fare una mappatura aggiornata su scala nazionale di tutti i punti a cui possono rivolgersi le donne in difficoltà.

 

MILANO – In Italia serve rispondere ad una nuova esigenza delle donne, spesso dettata dalla crisi, spesso dettata anche dalla consapevolezza di non sentirsi pronte a intraprendere il percorso materno. Questo bisogno coincide con la possibilità di poter lasciare il proprio nato affidandolo alla nascita alle cosiddette “culle della vita”. Il sistema è molto semplice: corrisponde a quello delle famose “ruote degli esposti” in cui venivano lasciati i neonati  principalmente presso gli istituti religiosi. Questa nuova opportunità offrirebbe maggiori garanzie di sopravvivenza del neonato, perché accolto dentro una culla “termica” e particolarmente sicura.

In Italia, secondo quando affermato da Ai.Bi (Associazione amici dei Bambini), le “culle della vita” sarebbero circa una cinquantina. Non ne è stato fatto un censimento ufficiale, ma sarebbe indispensabile farlo considerati gli ultimissimi casi di cronaca che hanno visto il riproporsi di situazioni drammatiche come l’abbandono di neonati in strada. L’ultimo risale ai primi giorni di aprile, è avvenuto a Caserta, dove una neonata è stata lasciata vicina ai rifiuti. Il video dell’abbandono è stato diffuso online e ripreso dai principali canali di stampa nazionale, scatenando così lo sdegno dell’opinione pubblica. Ancor prima di quanto successo a Caserta è stata una donna della provincia di Milano, esattamente di Cormano, a trovare nei pressi del proprio orto un bambino abbandonato avvolto in una coperta di lana e poggiato su una busta di plastica. La donna ha scoperto il neonato sentendone il vagito.

In Sicilia non sono stati registrati di recente casi di abbandono in strada, ma piuttosto l’arrivo di un bambino in una culla della vita attiva a Giarre (Catania). Il neonato sta bene, agevolato dalle caratteristiche già citate dello “strumento”.

Contemporaneamente si è lasciata alla madre la possibilità di poter compiere la sua scelta nel rispetto dell’anonimato e senza cadere nell’accusa di abbandono di minore. La presenza del bambino è stata subito rilevata dagli operatori del 118 che hanno realizzato immediatamente l’intervento di primo soccorso. La “culla della vita”, realizzata a Giarre dal Movimento per la Vita, permette questo intervento perchè il sistema che la compone rilevare immeditamente la presenza del bambino appena depositato al suo interno.

Tra le associazioni che si stanno muovendo in Italia e in Sicilia per cercare di accrescere la presenza di “culle della vita” sul territorio si distingue l’Ai.Bi (Associazione amici dei Bambini), mobilitata anche per realizzare un censimento delle strutture da mettere poi in rete. L’Associazione desidera lanciare un appello a tutti gli enti pubblici e privati (Comuni, Assessorati, associazioni, ospedali) per avere indicazioni di culle per la vita distribuite nel territorio.

Attualmente, grazie ai dati in possesso dall’Ai.Bi, si può comunque venire a conoscenza delle “culle” presenti in Sicilia. Sono appena quattro, due presenti a Palermo e due presenti in provincia di Catania (Paterno’ e appunto Giarre).

Come funziona la culla “termica” lo spiega la stessa Associazione. “Premendo un pulsante è possibile far aprire la nicchia, depositare il neonato e allontanarsi senza essere inquadrati dalle telecamere. Queste, infatti, rilevano solo la presenza del neonato all’interno del vano e, attraverso un sensore, segnalano la presenza del bambino al personale sanitario. La culla per la vita è dotata di una serie di dispositivi: riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo 24 ore su 24 e rete con il servizio di soccorso medico che permettono il pronto intervento per la salvaguardia del bambino”.

La videosorveglianza della “Culla della vita” è riservata esclusivamente all’interno della culla, in questo modo non è possibile individuare il/la portatore/trice del bambino. Come evidenziato ancora dall’Ai.Bi: “Adagiare il bambino nella culla non costituisce un reato poiché si applica la stessa normativa dell’abbandono in ospedale”. Sarà immediato il soccorso sanitario da parte del 118 e il contemporaneo avviso dello stesso Tribunale per i minori che provvederà successivamente all’adozione del neonato.