“Essere genitori adottivi è possibile solo se si è determinati e non ci si arrende”

abbraccio-bambini-romaLe esperienze felici danno coraggio, anche se comunque i problemi restano. È un principio di vita valido sempre, soprattutto se si parla di adozioni. I genitori che decidono di intraprendere l’iter adottivo affrontano un percorso lungo, faticoso e spesso sconfortante che, però, vale la pena di superare con tenacia per un obiettivo superiore: donare amore a un bimbo e garantirgli il diritto di essere figlio.

Un vero e proprio screening fatto di visite e colloqui, infatti, attende le coppie per stabilire la loro idoneità per poter adottare. A scoraggiare le coppie non è solo un iter troppo lungo, ma anche gli elevati costi dell’adozione, problemi geopolitici e il comportamento della Commissione Adozioni Internazionali, che da troppo tempo non mantiene relazioni con i Paesi esteri e con le famiglie e non dà notizie sul Fondo per le adozioni internazionali, il rimborso delle spese sostenute per le procedure adottive di un minore straniero.

La situazione si complica quando a essere accolti in famiglia sono bambini con qualche problema sanitario o un po’ più grandicelli. È il caso di Giovanna e Andrea che, anni fa, hanno adottato Pietro, un ragazzo autistico.

Pietro non mangiava da solo, non parlava e aveva paura di qualsiasi cosa – racconta Giovanna – temeva anche di appoggiare i piedi sull’erba, perché non l’aveva mai vista”.

Dopo la trafila per l’adozione in Romania, i due genitori hanno dovuto affrontare tutto da soli, eppure ce l’hanno fatta con “successo”.

Oggi Pietro ha 20 anni, è solare, allegro e soddisfatto – continua Giovanna –  lavora in un bar, dopo aver studiato in una scuola alberghiera”.

Pietro è la testimonianza che, nonostante le varie sfide da affrontare, una coppia che si avvia all’iter ha già fatto la sua scelta: donare un futuro a un bimbo che non gode dell’amore di una mamme un papà.

Ho conosciuto coniugi che non chiedevano altro che dividere la loro vita con un bambino bisognoso d’amore, senza chiedere nient’altro”. Spiega Chiara, assistente sociale, che testimonia che essere genitori, se si è determinati e non ci si arrende, è possibile al di là di ogni difficoltà. Certo, lo Stato non può non fare la sua parte.

L’adozione internazionale è, a tutt’oggi, l’unica forma di genitorialità a pagamento e una cultura della selezione, più che dell’accompagnamento, spesso non incoraggia a intraprendere questo percorso. Al contrario, le istituzioni dovrebbero sostenere le tante famiglie disposte ad aprire le porte e il cuore a tanti bambini senza un padre e una madre.

Allora siate tenaci e non lasciatevi scoraggiare, un bimbo là fuori sta aspettando solo voi.

Nel mondo ci sono 168 milioni di minori in attesa di una mamma e un papà. Questi bambini ti chiedono solo di non mollare. Hanno fiducia nella tua determinazione.

Riportiamo l’articolo integrale, pubblicato su “Visto”, a firma della giornalista Caterina D’Ambrosio.