Gay, numeri e sensazioni: l’Istat precisa e sorprende

Il direttore della comunicazione dell’Istat, Patrizia Cacioli, scrive al direttore del quotidiano “Avvenire”, Marco Tarquinio, precisando l’uso che l’Istituto di statistica ritiene più opportuno che si faccia con i dati da esso divulgati in merito alle coppie omosessuali in Italia. Il direttore Tarquinio le risponde esprimendo preoccupazione rispetto alla dichiarata – da parte dell’Istat – non piena attendibilità dei dati censuari e statistici. Riportiamo di seguito i due testi integrali.

 

Gentile direttore,

in merito all’articolo “Bimbi adottabili. Non 100mila ma appena 500”, pubblicato il 27 gennaio 2016 da “Avvenire”, l’Istat precisa quanto segue. Secondo i dati raccolti nel 2011 in occasione del Censimento generale della popolazione, le coppie dello stesso sesso sono 7.513; i risultati si riferiscono solamente a quelle che così si sono dichiarate. Il questionario censuario prevedeva, infatti, che persone dello stesso sesso conviventi in coppia potessero dichiararsi come tali. Dai risultati emersi riteniamo che molte persone abbiamo preferito non dichiararsi nonostante le raccomandazioni dell’Istat sulla piena tutela della privacy. Oltre alle informazioni di fonte censuaria nell’articolo sono citati, anche se non esplicitamente, dati relativi all’indagine Istat “La popolazione omosessuale nella società italiana” del 2012. Anche in questo caso i dati raccolti non possono essere considerati come indicativi della effettiva consistenza della popolazione omosessuale nel nostro Paese. Pertanto, non è corretto dedurre il numero reale dei figli di coppie omosessuali in Italia utilizzando le fonti Istat sopra citate.

 

Patrizia Cacioli – direttore della comunicazione Istat

 

 

logo avvenirePrendiamo atto che l’Istat, confermando la correttezza dei numeri citati anche da noi (oltre che dall’agenzia “Redattore Sociale” e da altre testate), dichiara la non piena attendibilità dei dati censuari e statistici che gestisce e divulga e giudica opportuno formalizzare “sensazioni” («…riteniamo che molte persone abbiamo preferito…»). È la prima volta che ci capita di leggere una precisazione di questo tenore da parte dell’Istituto nazionale di statistica: restiamo increduli, nonché francamente sorpresi e preoccupati.

 

Marco Tarquinio

Direttore di “Avvenire”