Georgia, chiudono in massa gli Istituti per i minori fino ai 6 anni

TBILISI – A partire dal 2012 in Georgia tutti gli Istituti del paese che ospitano minori fino ai 6 anni d’età – 46 in totale – saranno chiusi dietro ordinanza del Presidente della Georgia Mikhail Saakašvili. Il fatto fa scalpore perché accade dopo le scoperte di un’inchiesta, pubblicata in un report dell’Ufficio del Difensore Civico. Ecco l’approfondimento di questa notizia sul Georgia Times, nella traduzione esclusiva di Ai.Bi.

Gli orfani georgiani sotto la scure della riforma

In Georgia chiudono gli orfanotrofi. Scrivono che non sono più necessari. Questo non significa che nel paese siano scomparsi gli orfani. Semplicemente Mikhail Saakashvili e i suoi ministri non vogliono alzare un dito per difenderli: quindi i bambini vivono in condizioni spaventose. Gli orfanotrofi, che fino a poco tempo fa in Georgia erano 46, davvero facevano una brutta impressione. Ora li liquidano in fretta distribuendo i bambini, come merce in negozio, presso famiglie affidatarie. 

Ma i bambini non sono pietre. Hanno una mente fine e la confusione che si crea con il cambio dei genitori affidatari e delle Case per bambini ha su di essi effetti molto negativi. Gli attivisti dei diritti umani avvertono che la riforma fatta in fretta non farà che peggiorare la situazione dei bambini svantaggiati. Esempi ce ne sono già. A Digomi, sobborgo di Tbilisi, una casa per bambini è stata riformata a tempo di record. Al suo posto è stato creato un centro di addestramento militare, ed è per questo in realtà che c’era fretta di liquidarla.

I 57 bambini che vivevano nell’orfanotrofio di Digomi o sono tornati dai loro genitori biologici, o sono stati collocati in famiglie affidatarie o inviati ad altre istituzioni per orfani. Per molti di loro è stato un trauma psicologico, ritengono Natia Partskhaladze, esperto di famiglia e bambini dell’UNICEF, e Jaba Nachkebia, capo dell’ONG locale “Bambini della Georgia”, che rilevano come lo Stato non aiuti le famiglie e gli educatori degli orfanotrofi, né moralmente né materialmente, a prepararsi al cambio di vita.

La stessa sorte è già toccata ad altri 28 orfanotrofi in Georgia. Qualcuno ha accolto i bambini solo per 450 lari al mese (la valuta locale), pagati dal governo. Rispetto al salario minimo, si tratta di un importo considerevole. Ma per soddisfare tutte le condizioni del contratto con lo Stato sul mantenimento dell’affidato (vestirlo, alimentarlo completamente, condurlo agli studi) con 450 lari è impossibile. E poiché il contratto di affido si fa per tre mesi, alcune delle famiglie sicuramente ridaranno indietro i bambini. Ma l’orfanotrofio non ci sarà più. Dovranno stare in rifugi temporanei e poi andare in una nuova famiglia, magari una volta ogni tre mesi.

Lo psicologo Ketevan Pkhakadze ritiene che il cambiamento permanente di residenza e di genitori affidatari può danneggiare la salute mentale del bambino. Inoltre, nel così breve periodo in cui Saakashvili ha ordinato di compiere la riforma, non è possibile selezionare buoni candidati all’affido e preparare loro e i bambini ad un nuovo stile di vita. Questo aumenta il rischio di cessazione del contratto.

Un altro problema riguarda i bambini malati terminali, che si è sempre riluttanti ad adottare. E sebbene lo Stato paga per loro un po’ di più – 600 lari – è ingenuo sperare che anche tutti loro vengano tolti dagli orfanotrofi.

La maggior parte degli orfani in Georgia sono orfani sociali che vivono con i genitori. In tale situazione lo Stato dovrebbe pensare alle ragioni della comparsa di bambini rifiutati. Se i 450 lari non fossero pagati a persone sconosciute, che sottoscrivono un contratto e si prendono temporaneamente dei figli, ma ai loro genitori biologici, l’effetto della riforma sarebbe molto più alto. Ma ora il governo non prevede assegni famigliari per i genitori biologici. Solo le famiglie con otto figli sono considerate famiglie numerose e prendono per i loro figli l’equivalente del gelato.

A volte i genitori mandano i bambini negli orfanotrofi e nei collegi, perché nei loro villaggi vicini non c’è la scuola. Durante il periodo di governo di Saakashvili il numero di scuole pubbliche gratuite è diminuito di quasi due volte – fino a mille e rotti. Pertanto, le madri si strappano i figli dal cuore, purché possano studiare. Ora quei bambini rischiano un amaro destino?

In Georgia le strade sono piene, oltre che di vigilanza statale che si occupa di orfani, anche di bambini di strada. Non vanno a scuola e principalmente chiedono elemosina. In presenza di masse di bambini che necessitano di cure dello Stato, risulta totalmente irrazionale sbarazzarsi dei grandi orfanotrofi. Ma la Georgia davvero vuole assomigliare sempre più agli Stati Uniti, dove gli istituti da tempo sono ormai scomparsi, anche se sono nati in questo paese prima che altrove – già nel 19° secolo.

A tal proposito, parallelamente alla chiusura degli orfanotrofi il governo ha deciso di aprire collegi per ragazzi difficili. Ai genitori che si rifiutano di mandare i propri figli, segnalati dagli assistenti sociali, verranno imposte delle sanzioni pecuniarie.

Tuttavia, la risposta positiva dell’UNICEF al governo di Saakashvili è già arrivata. Secondo l’UNICEF, qualsiasi bambino che nasce oggi in Georgia ha una migliore qualità di vita rispetto a un bambino che è nato 10 anni fa. Si osserva che ora quasi tutti i neonati sono registrati, tutti i bambini, tranne gli zingari, frequentano la scuola, e la mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni è diminuita.

Ma allo stesso tempo, rispetto ad altri paesi dell’ ex-Unione Sovietica e dell’ Europa, la Georgia è il peggiore in termini di spesa sociale. Più di un quarto dei bambini vive in miseria. La quantità dei decessi tra i più piccoli in ogni caso riguarda il loro livello di salute, nonostante quello che il presidente Mikhail Saakashvili dichiari sui livelli di salute del popolo georgiano, quindi insomma la Georgia può ancora essere considerato un Paese selvaggio.

“In Europa, su 1000 bambini ne muoiono tre o quattro, da noi invece fino a 20 bambini” – ha detto il leader del “Tetrebi” Temur Shashiashvili. In aggiunta a ciò c’è un numero sempre più crescente di aborti. Aumenta anche l’emigrazione, aumenta la minaccia dei naziskin.  Ma Saakashvili, come è evidente, è di questa idea: meglio pochi ma buoni.

Autrice: Salomè Batianin