Il Family Lab 2 di CARE. “Dal Governo è arrivato un segnale per una riorganizzazione della Cai per uscire dallo stallo in cui è caduta”. Sintonia fra parlamentari di maggioranza e opposizione

adozione6Presto il Governo darà una risposta chiara sulla riorganizzazione della Commissione Adozioni Internazionali. Lo hanno assicurato gli esponenti del Partito Democratico Khalid Chaouki e Giorgio Zanin nel corso del Famiy Lab 2, la tavola rotonda tra associazioni familiari, enti autorizzati, servizi territoriali e mondo della politica, che si è tenuta sabato 17 ottobre a cura del Care (Coordinamento delle associazioni familiari adottive e affidatarie in rete). Un incontro svoltosi in un clima costruttivo, all’insegna del dialogo e della collaborazione tra i vari attori dell’adozione internazionale, che hanno saputo sfruttare al meglio, quindi, una delle rare occasioni in cui possono trovarsi riuniti attorno a un tavolo.

Ciò che è sotto gli occhi di tutti è che “la Cai stia vivendo da troppo tempo uno stallo preoccupante per cui occorre un intervento immediato”, come affermato dallo stesso Chaouki. “L’adozione – ha precisato il deputato Pd – deve entrare nel sistema più ampio delle riforme e nel sistema generale delle relazioni internazionali”. Gli ha fatto eco il senatore Aldo Di Biagio, di Area Popolare, che ha auspicato che l’adozione internazionale venga posta tra le competenze del ministero degli Affari Esteri. Riferendosi alla paralisi della Cai, Di Biagio ha messo anche in guardia dal fatto che, qualora persistano “le attuali criticità della gestione”, anche “la riforma della legge sull’adozione internazionale sarebbe compromessa”.

Sulla stessa linea anche gli esponenti dell’opposizione. Il deputato del Movimento 5 Stelle Emanuele Scagliusi si è chiesto infatti a che cosa serva una Commissione assente. “Mi chiedo come la Cai possa assolvere ai suoi compiti se non comunica – ha detto Scagliusi -, non ascolta le famiglie, non risponde alle sollecitazioni provenienti da queste ultime e dagli enti da essa stessi autorizzati”. La Cai, ha sottolineato ancora il deputato dei 5 Stelle, “è ormai da tempo rinchiusa in una ‘campana di vetro’ e si limita a tessere le proprie lodi pubblicando comunicati stampa che sembrano del tutto distaccati dalla realtà che quotidianamente le famiglie si trovano ad affrontare”. Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia e presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, ha rilevato come “la sostanziale paralisi della Cai sia stata denunciata da più parti, come il ritardo nella pubblicazione dei dati statistici e l’immobilismo su alcuni dossier”. Denunciando lo scarso interesse dimostrato fino a oggi dal Governo sulla tematica dell’adozione internazionale, Brambilla ha affermato che “il rilancio dell’adozione richiede la condivisione autentica, non solo a parole, di un principio primario come l’eguaglianza tra genitorialità biologica e adottiva. Da questo conseguono l’elaborazione e l’attuazione di una politica coerente, attraverso provvedimenti legislativi e amministrativi efficaci e opportunamente finanziati”.

Sulla necessità di sostegno economico ha insistito anche Zanin dalla sponda Pd, secondo cui per rilanciare e ricostruire il sistema occorrono fondi. È anche una questione culturale per la deputata Milena Santerini di Per l’Italia, che ha evidenziato come “non siamo all’anno zero, ma serve molto lavoro per migliorare il sistema dell’adozione”. L’attuale crisi è quindi un punto da cui ripartire, come sottolineato anche dal senatore Pd Stefano Collina, per cui “i momenti di crisi sono necessari per promuovere un cambiamento”.

Nell’ottica di riportare il tema dell’infanzia a centro delle attenzioni del Governo (Zanin) e di una riorganizzazione della Cai, gli auspici maggiori riguardano una semplificazione delle procedure (Di Biagio), una Commissione che lavori in modo integrato con enti autorizzati e famiglie (Santerini) e che operi ispirandosi al principio secondo cui “la strada maestra per tutte le istituzioni sia la trasparenza” (Francesco Vitrato, giudice onorario del Tribunale per i Minorenni di Palermo).

Evidente quindi l’intenzione degli esponenti politici intervenuti al Family Lab di accogliere le proposte emerse dai focus group che, nel corso della mattinata, hanno visto impegnati enti, associazioni familiari e servizi su temi quali il post adozione e la formazione delle coppie, la salute e il lavoro, la collaborazione in rete, le procedure, la trasparenza e la sostenibilità contabile. Tra le proposte più interessanti vi sono l’omogeneizzazione delle procedure di pre e post adozione, finalizzate a non creare discriminazioni tra le famiglie solo sulla base dei diversi territori in cui esse vivono, e il cosiddetto “bollino blu”: una serie di criteri in base ai quali le associazioni familiari possano valutare l’operato degli enti.

Rilevante anche l’intervento dei rappresentanti del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che hanno ricordato i positivi risultati della collaborazione con il Care, scaturiti nelle Linee guida per l’inserimento scolastico dei minori adottati, approvate a fine 2014, e l’introduzione del tema delle adozioni nella formazione dei docenti.