In cerca di una famiglia

mani_adozioni La settimana appena trascorsa mi ha regalato delle emozioni così intense che sarei egoista se non le  condividessi con voi.

Dopo l’ennesima tragedia in mare,  i media sono soliti contare i morti, uno in più uno in meno, non fa la differenza e ormai ci scandalizziamo solo se il numero supera di gran lunga il centinaio. Eppure quando mi si chiede di raccontare di quei  “numeri” ho l’obbligo etico e morale di parlare delle storie, delle gioie e dei dolori, delle speranze e dei sogni che dentro ad ogni numero vi sono.

Lo sbarco del 14 aprile scorso nelle coste calabre ha portato con sé tante lacrime e tanti sogni spezzati. Tra questi quello della bambina di 12 anni partita dal suo Paese insieme alla mamma, al papà e al fratello in cerca di una nuova vita. Non in cerca di un lavoro, ma  in cerca della libertà. Immagino la riunione familiare prima della partenza, le preoccupazioni di quei genitori abituati ad una vita modesta ma dignitosa improvvisamente obbligati a fuggire per vivere. Per non vedere i figli esplodere su una bomba o violentati dai ribelli così come ci racconta  dalla Siria il nostro collega Luigi Mariani.

Avranno pensato questo i due genitori mentre salivano su quella barca che invece di traghettarli verso una nuova vita, li ha spinti giù verso l’abisso, lasciando sola la piccola. Il Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria ha immediatamente colto l’importanza di donare una famiglia a questa bambina rimasta sola al mondo, decretandone  l’adottabilità.

Ed è qui che si è mossa la macchina dell’accoglienza, del mio Paese, l’Italia, al quale ultimamente stanno affibbiando sentimenti razzisti che non gli appartengono e lo dimostrano ancora una volta i fatti. Tramite il nostro sito abbiamo lanciato l’appello del governatore della Calabria, Mario Oliverio e in una sola giornata ho ricevuto quasi 100 telefonate di famiglie, single disponibili all’accoglienza.

Di queste adesioni abbiamo dovuto fare una cernita perché l’adozione della bambina è riservata solo a coppie che hanno già ottenuto l’idoneità all’adozione o a chi ha già adottato e vorrebbe avviare nuovamente le pratiche.

Ad ognuno di voi che mi ha chiamata, ho detto e non mi stancherò di dire “Grazie”.

Grazie per l’entusiasmo, per la gioia dell’accogliere che trasmettevate, grazie per avermi fatto entrare nelle vostre vite, grazie per avermi confermato che l’età di un bambino orfano non fa la differenza.

La nostra piccola ha un’età che per l’ adozione è considerata “grande” come se “grande” volesse dire “senza più speranza”. Voi mi avete ricordato che fino a quando un bambino abbandonato potrà urlare al mondo la sua solitudine ci sarà sempre un adulto pronto ad accoglierlo.  A lui e a voi, Ai.Bi. – Amici dei Bambini dedica ogni giorno tutte le energie affinché questo incontro si possa realizzare.

Dinah Caminiti

Responsabile Progetto BAM Sicilia

In questo particolare momento di emergenza, chiediamo ai nostri sostenitori e ai nostri lettori di aderire alla nostra campagna “Bambini in alto mare”, attivando un Sostegno a Distanza per garantire la giusta accoglienza di queste persone che scappano dalle minacce che scaturiscono dalle guerre presenti nei loro territori.