Italia: 1900 minori dichiarati adottabili sono parcheggiati in comunità educative o in famiglie affidatarie

bimbo finestra neve 200Un esercito di figli mancati. Sono 1900 i bambini e i ragazzi che vivono in famiglie affidatarie o in comunità, in attesa di essere adottati. I Tribunali per i Minorenni li hanno riconosciuti abbandonati e quindi adottabili, ma restano nel limbo dell’attesa di una mamma e un papà per mesi, se non per anni.

Il dato sconcertante è inserito nell’ultima indagine del “Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza”. Tra i quasi 30 mila “minori fuori famiglia”, 1900 potrebbero essere adottati, ma non lo sono. La ricerca è stata presentata in occasione della Conferenza nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, aperta ieri, 27 marzo 2014, a Bari.

La fotografia dei minori fuori famiglia è ferma al 31 dicembre 2010. Ma al di là delle oscillazioni numeriche, il dato emerso racconta una situazione la cui gravità non può essere sottaciuta.  Il curatore dell’indagine Valerio Belotti  sottolinea: “Si tratta di un numero non certo trascurabile anche in relazione ai numeri che caratterizzano annualmente i flussi nazionali e internazionali delle adozioni in Italia”. E qui un altro elemento. Impantanati nel limbo dell’attesa  ci sono soprattutto i bambini che abitano nelle regioni del Centro-Sud.

Si tratta in parte di minori che hanno alle spalle un’adozione fallita  (825 minorenni stimati)  e quasi l’1% (235 casi stimati) proviene da una famiglia adottiva e ha un nuovo decreto di adottabilità. Poco più della metà sono maschi, gli stranieri sono pari a un quinto del totale. Tra 0 e 2 anni sono i 589 i bambini adottabili accolti e 345 hanno da 3 a 5 anni. Inoltre, il 17% dei decreti di adottabilità riguarda bambini disabili, che in questo gruppo hanno quindi un’incidenza superiore rispetto al  totale della popolazione (12%). Quasi il 60% di questi bambini è accolto in una struttura residenziale e il restante 41% è in affidamento familiare.

Sulla questione, occorre che sia fatta chiarezza. E andare a caccia di ciascun  singolo minore adottabile. Le associazioni impegnate nel settore sanno che questi 1900 bambini adottabili parcheggiati in famiglie affidatarie o peggio in comunità educative appartengono sostanzialmente a tre categorie: minori in affido che perdura da anni, in cui comunque esiste una persona di riferimento affettivo per il minore; casi di adozioni difficili in cui il minore rimane, malgrado il decreto, per un tempo lungo in comunità;  bambini disabili, le cui adozioni sono sempre faticose da portare a conclusione.

Per la maggior parte di loro, il decreto di adottabilità potrebbe certo essere arrivato dopo la collocazione dei minori in famiglia o Comunità, ma il punto è che dopo la dichiarazione di stato d’abbandono quei minori restano in attesa di genitori che magari non arriveranno mai. Una cosa è certa. Non si può perdere altro tempo. Perché un anno solo, fa la differenza nella vita di un bambino. Figuriamoci se invece di anni ne passano due-tre prima che qualcuno si accorga di loro.

Su questo problema Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., ricorda:  «Una soluzione ci sarebbe già. E si chiama ‘banca dati dei minori adottabili’, istituita con un decreto del Ministero della Giustizia, emesso il 15 febbraio 2013, dopo dieci anni di attesa. Peccato che a distanza di oltre un anno la banca dati funzioni a macchia di leopardo: ad oggi non tutti i Tribunali per i Minorenni l’hanno resa operativa. Senza dimenticare un limite strutturale del sistema affido/adozione. Gli enti autorizzati non hanno la possibilità di incrociare i dati delle famiglie disponibili all’adozione, con i bambini effettivamente adottabili. Mentre con un loro intervento, in un lasso di tempo ragionevolmente breve, la maggior parte di quei minori adottabili troverebbe la propria famiglia.»