La magia del primo incontro

L’incontro con il bimbo era previsto per le 10:00 del mattino.
Primo intoppo: la nebbia! È un paradosso per dei milanesi trovare la nebbia in Cina!
Cancellato il volo. Si parte il giorno dopo e l’incontro viene spostato di pomeriggio. Ci sarà solo il tempo di passare dall’albergo per posare le valige e darsi una rinfrescata.

Aeroporto, scalo nazionale, si sale in aereo  giusto due minuti prima del decollo. Volo di circa due ore liscio come l’olio. Ci accoglie G., una guida molto simpatica che ci avverte che andremo subito all’incontro: palpitazioni dei genitori e della sorellina eccitatissima!

Le strade della Cina sono enormi, le auto si muovono a gran velocità, non curandosi granché degli altri; si corre in destinazione del China Welfare House. Scendiamo dal pulmino, corriamo dentro, ci dicono di accomodarci per un quarto d’ora, comincia a entrare un po’ di gente in questo grande stanzone anonimo, con tanti divanetti per tutte le 5 o 6 famiglie pronte ad accogliere il nuovo arrivato. Ci si guarda intorno, un po’ spaesati, emozionati, eccitati: posiamo le borse, non facciamo in tempo a dirci due parole che dalla porta entra un omino, con una tuta più grande di lui. Non si accorgono subito che è lui. Il loro bellissimo bambino è arrivato, accompagnato dal direttore dell’Istituto e da una tata… non credo che questi lo conoscessero molto…

E allora ecco, la magia.

Nonostante la confusione, nonostante la non intimità del posto, nonostante le alte famiglie e gli altri bambini, nonostante gli squilli dei cellulari impazziti, nonostante la stanchezza, nonostante la spaesatezza… nonostante tutto… la magia.

Un’alchimia incredibile quella che si crea tra un figlio e i suoi genitori, quegli sconosciuti, conosciuti da sempre.

Il bimbo, J., è stato bravissimo, ha subito fatto un gran sorriso che ha mostrato due bellissime fossette che lo rendono ancora più dolce e si è avvicinato alla sua nuova famiglia. E poi c’è stato il momento dei regali e delle corse su e giù per lo stanzone, del prendere i giochini degli altri bambini e fargli fare un giro, del farsi chiamare mille volte e non ascoltare… ne avranno di gatte da pelare i nostri protagonisti…!

Ma cosa frulla nella testa e nel cuore a questo bimbo? Lo hanno preparato all’incontro?

…chi sono questi signori e questa bambina che continua a dire il mio nome – perché il resto non lo capisco? Cosa devo fare adesso? Dove se ne vanno quelli che mi hanno accompagnato qui? Bella la macchinina che mi hanno regalato, ma io preferisco il telefono giocattolo dell’altro bambino; se lo metto alla finestra fa dei riflessi di luce strani… bellooo… mah, quasi quasi li seguo e poi vediamo come va!

Al momento dell’abbinamento, sai che tuo figlio è proprio lì: lo vedi in fotografia, ti raccontano com’è (pressappoco), “ti fanno la morfologica”. Ma all’incontro te lo mettono sulla pancia. Diventi mamma e lo sarai per sempre. Diventi figlio e lo sarai per sempre.