L’adozione del minore dopo l’affido: a passi spediti verso l’approvazione alla Camera della legge

bimbettoLa famiglia affidataria può chiedere di adottare il minore che ha accolto qualora risulti impossibile ricostruire il rapporto tra il minore e la sua famiglia d’origine. E’ quello che chiede, in estrema sintesi, la legge sulla continuità degli affetti per i bambini in affidamento familiare che procede a passi spediti verso la sua approvazione. La legge introduce la possibilità di una “corsia preferenziale” per l’adozione in favore della famiglia affidataria, qualora risulti impossibile ricostruire il rapporto tra il minore e la sua famiglia d’origine.

L’Aula della Camera ha iniziato, infatti, l’esame della proposta di legge n. 2957,  approvata dal Senato a marzo e arrivata in Aula dopo che la Commissione Giustizia ha respinto gli emendamenti presentati e/o ha invitato al loro ritiro, per avere il testo in Gazzetta Ufficiale al più presto.

Si tratta di un ddl nato per rispettare le relazioni affettive che nascono fra un minore e la sua famiglia affidataria, tenendo conto che circa il 60% degli affidi durano ben più dei due anni previsti dalla legge. Nel caso in cui, al termine del periodo di affido, il minore non potesse rientrare nella sua famiglia d’origine e il giudice decidesse l’adozione, la famiglia affidataria potrebbe – questa la novità – chiedere di adottare quel bambino, senza nuove fratture, senza nuovi traumi, senza dover ricominciare tutto daccapo.

Non sarebbe una strada obbligata, ma una possibilità, da cogliere là dove questo fosse il bene del bambino. Il Senato ha approvato la legge a marzo dopo un lungo dibattito, trovando una sintesi soddisfacente dopo che fino all’ultimo l’accordo sembrava poter saltare attorno all’opportunità o meno di aprire queste adozioni anche ai single che avevano avuto un minore in affido: un nodo da sciogliere visto che in Italia l’affido è consentito anche ai single, l’adozione no e c’era chi temeva che per la via della “continuità degli affetti” si potesse introdurre l’adozione per coppie omosessuali.

Questa proposta di legge, così come formulata nel ddl 2957 – dice Cristina Riccardi, Membro del Consiglio Direttivo di Ai.Bi. e referente politico del settore Affido -, va nella direzione di una maggior tutela dei bambini in affido. Premesso che l’obiettivo deve rimanere quello di contenere i tempi dei progetti di affidamento familiare, qualora questi si protraggano, è assolutamente importante che in nome del supremo interesse del bambino, l’affido possa trasformarsi in adozione”.

Per Riccardi “è altrettanto importante che ciò non avvenga in modo automatico ma dopo una seria valutazione della ‘significatività dei legami socio-affettivi’, nonché dopo la verifica del fatto che la famiglia accogliente sia in possesso dei requisiti previsti per l’adozione. Non bisogna creare confusione tra i due diversi istituti di tutela”.

I bambini e i ragazzi di 0-17 anni fuori dalla loro famiglia di origine sono in Italia circa 28.500 (secondo quanto rende noto il report del Ministero). Tra questi, i minori accolti in famiglie affidatarie sono leggermente diminuiti negli anni e arrivano a 14.200 circa, mentre quelli accolti nelle comunità residenziali sono calati in misura maggiore ed erano a fine 2012, 14.255. Dei ragazzi in affido, 6.750 sono affidati a parenti e 7.444 a terzi, persone singole o famiglie. Quanto alla durata degli affidi, il 31,7% dura più di quattro anni e il 25% di questi da due a quattro anni.

Fonte : www.vita.it