Lettera al Direttore: «Idoneità dei TM: se ne potrebbe fare a meno»

Pubblichiamo il commento di un nostro lettore all’intervista di Ai.Bi., lanciata il 15 novembre, al Presidente del Tribunale dei Minori di Venezia, Adalgisa Fraccon.

Giorgio scrive:
1. Sulla prassi dei 24 mesi (che è uno dei tanti motivi del calo dei decreti, per il semplice fatto che chi vuole fare domanda deve aspettare di più che non in passato) non sono assolutamente d’accordo.
La prassi dell’attesa per la seconda o la terza adozione è giusta in linea di principio, ma:

– è stata presa senza consultare né i servizi USLL, né gli enti, alla faccia del “tavolo di coordinamento”.

– è puramente basata sul criterio temporale, come se 23 mesi e 29 giorni fossero diversi da 24 mesi.

– non tiene conto dell’età del bimbo/bimbi già in famiglia (molto diverso, ovviamente, se il bimbo aveva al momento dell’adozione 1 anno oppure 10 anni, ai fini dell’inserimento in famiglia e nel sociale)

– non tiene conto delle relazioni delle equipe adozioni (sapranno ben loro, sulla scorta degli innumerevoli colloqui, se una famiglia è pronta o no ad accogliere un altro figlio, indipendentemente dal tempo trascorso).

La mia impressione è che semplicemente il Tribunale dei Minorenni, con la scusa del pur necessario tempo d’attesa tra un’adozione e l’altra, abbia voluto “alleggerirsi” di un carico eccessivo rispetto alle risorse di cui dispone.

E questo non significa certo stare dalla parte delle esigenze dei minori.

2. Vero che le lungaggini dipendono poco dal Tribunale (anche se ricordiamo tutti una sospensione di sei mesi in passato per loro motivi interni).

Vero soprattutto perché il tempo che dedica un giudice, spessissimo, non è più di dieci minuti per il colloquio con la coppia, forse altri cinque per firmare i vari documenti e non so poi quanto (ma non credo giorni interi) per il dibattimento in sede di decisione sull’idoneità.
Ma, per quanto poco, se il loro tempo fosse più impiegato sul fronte delle adozioni nazionali e degli affidi per far sì che si accorcino gli scandalosi tempi attuali, a mio parere sarebbe molto meglio.
3. Se il ruolo di garanzia si limita prima al colloquio di dieci minuti, spesso con accoglimento acritico delle relazioni delle equipe adozioni (positive o negative che siano), e poi alla mera accettazione di provvedimenti adottivi fatti all’estero con paesi aderenti alla Convenzione de L’Aja, con i quali l’Italia ha accordi bilaterali di mutuo riconoscimento anche giuridico, attraverso Enti appartenenti all’Albo, con iter già controllato dalla C.A.I. Beh, se ne può anche fare a meno.