Lo sbarco di Pasqua: 1.219 migranti arrivati a Pozzallo

sbarcoIl traffico di esseri umani è uno dei principali business nella Libia di oggi. I mercanti della disperazione catturano i migranti provenienti dal Corno d’Africa o dalla Siria, li imprigionano in campi di detenzione, li picchiano, li torturano, violentano le donne. Poi estorcono più soldi possibile per assicurare loro il viaggio verso le coste europee del Mediterraneo. Approfittano di ogni momento di mare calmo per mettere in acqua le loro imbarcazioni, spesso gommoni talmente sgonfi da sembrare invisibili alle navi militari o della Guardia Costiera che li avvistano, come se i gruppi di migranti galleggiassero come dei grappoli, da soli sulle onde. Dopo gli sbarchi record della prima settimana di aprile, una breve sosta dovuta al maltempo e poi la ripresa, massiccia come non mai. Tra Sabato Santo e Pasqua, la fregata Espero, il pattugliatore Cassiopea e la nave San Giorgio hanno soccorso diversi barconi nel Canale di Sicilia. Risultato: più 1.200 migranti portati in salvo in 24 ore e trasportati a Pozzallo, in provincia di Ragusa. Per alcuni di loro, il viaggio è durato mesi interi, durante i quali hanno speso tutti i soldi che erano riusciti a mettere da parte o che avevano ricevuto dai parenti.  Soldi finiti nelle tasche dei trafficanti in cambio di un po’ di pane e di acqua, il minimo indispensabile per mantenerli in vita, e la possibilità di attraversare il Mediterraneo, a enorme rischio della vita. Tra loro, molte donne, di cui alcune incinte, diversi bambini piccoli e decine di minori non accompagnati. Al momento dello sbarco, non mancano migranti febbricitanti, quasi tutti hanno una tosse straziante, dopo notti insonni, passate assiepati l’uno all’altro, quasi nudi e senza alcun bagaglio. Tra quelli sbarcati a Pasqua, c’è anche un diabetico in coma iperglicemico.

Sono tutti destinati al centro di prima accoglienza di Comiso, ma durante il tragitto in pullman, una dozzina di migranti balza fuori dal finestrino dell’autista e fugge via. Solo uno di loro viene ripreso dai poliziotti. Gli altri non si trovano più.

Al loro arrivo, nelle stanze del centro di accoglienza trovano altri giovani migranti. Sono nigeriani e ghanesi, si trovano lì da 17 giorni e possono solo mangiare e dormire: dicono di essere venuti in Italia per lavorare. Come loro anche i nuovi arrivati. E tutti quelli che arriveranno, ancora, a migliaia nelle prossime settimane.

 

Fonte: Io Donna