Lo scandalo di Milano: 1.400 famiglie pronte ad aprire le loro case, ma i bambini siriani dormono per strada

bambini siriani200Gentile Ai.Bi., abbiamo letto con sgomento e amarezza il vostro articolo intitolato Milano, dove i bambini siriani dormono in strada. Cosa posso fare al di là delle polemiche? Sgomento e amarezza che derivano dal fatto che mia moglie ed io siamo una delle 1.400 famiglie che hanno fornito la disponibilità ad accogliere in affido un minore straniero non accompagnato. Quella fotografia del piccolo siriano steso su un pezzo di cartone in Stazione Centrale a Milano – per inciso la città in cui abitiamo – ci ha fatto sussultare e stringere il cuore. E ci ha fatto pensare alle condizioni delle altre centinaia di piccoli profughi che arrivano in Italia e dei quali non sappiamo nulla. Poi si sono fatti strada in noi un’amarezza e un senso di un’inutilità del gesto di aprire la porta della nostra casa. Sì, perché quando Ai.Bi. ha lanciato questa iniziativa di giusta accoglienza per rispondere all’emergenza dei minori stranieri non accompagnati, abbiamo aderito con entusiasmo, desiderosi di fare qualcosa di concreto verso questi poveri bambini che rischiano la vita attraversando il mare. Dal momento che c’è un grande bisogno di accoglienza, perché chi la offre viene frustrato in questo modo, perché dobbiamo vedere queste fotografie sui giornali? Non lasciate che la sfiducia prenda il posto dell’entusiasmo e della generosità, fate qualcosa perché dalle porte aperte non passi solo il vento, ma transiti la speranza di un futuro migliore per questi bambini.

 

La lettera di questa famiglia milanese è un esempio della generosità del popolo italiano, di chi non si perde nelle sterili polemiche ma si impegna per rispondere al bisogno di chi vive nell’emergenza e nel disagio. Il nostro impegno, cara famiglia, è di ricordare alle Istituzioni la vostra preziosa disponibilità, insieme a quella delle altre 1.400 famiglie italiane che hanno detto sì alla giusta accoglienza di un minore straniero non accompagnato.

Vogliamo ricordare che Ai.Bi. rinnova da mesi la propria possibilità di accoglienza alla Prefettura di Milano.  Risale al 30 aprile 2014 l’incontro che i referenti del progetto Bambini in Alto Mare (BAM) hanno avuto con il viceprefetto di Milano. Da allora, dopo la consegna di tutta la documentazione sul progetto BAM e la richiesta di un nuovo incontro o quantomeno un riscontro su quanto detto e consegnato, nessuno si è più fatto vivo dalla Prefettura. Se le fotografie che avete visto suscitano in voi amarezza, si spera che  facciano provare un po’ di vergogna nei responsabili istituzionali. E li stimolino finalmente ad affrontare i problemi dei migranti con una cabina di regia coordinata ed efficiente. Diversamente resterà lo scandalo di aver buttato alle ortiche una risorsa tanto preziosa quanto indispensabile.

 

Invitiamo i nostri lettori a partecipare al sondaggio qui sotto per prendere posizione sul dramma dei minori stranieri non accompagnati.