L’Oscar della “Famiglia più accogliente dell’anno” ai neogenitori di 5 fratelli ucraini

premio-famiglia2014_1Dal sud al nord, l’“Oscar” di Amici dei Bambini arriva in provincia di Brescia. Il premio di “famiglia più accogliente dell’anno” per il 2014 è andato a Stefania e Mario Faccardi, che vivono in un piccolo comune di poco più di 8mila abitanti in riva al lago d’Iseo. Un anno fa, i più accoglienti erano stati Caterina e Antonino Vinci di Messina. Il premio ha quindi attraversato tutta l’Italia giungendo a destinazione nel giorno del “compleanno di Ai.Bi.”, il 21 gennaio, anniversario della sua fondazione. Ciò che ha portato i coniugi Faccardi ad aggiudicarsi il titolo di “famiglia più accogliente” è stata la loro adozione da record: 5 fratelli ucraini accolti in un colpo solo. A casa loro arriverà in questi giorni un omaggio direttamente da Ai.Bi.: un elegantissimo centrotavola “Floating Earth” dell’azienda Alessi, con funzioni di alzata e vassoio a 3 ripiani.

Era il 17 gennaio 2014 quando 4 ragazze rispettivamente di 17, 16, 14 e 8 anni e un ragazzino di 13, tutti fratelli biologici, sono arrivati a casa di Stefania e Mario e hanno trasformato la loro coppia in una famiglia allegra e numerosa.

E pensare che le cose, per loro, erano cominciate non male: malissimo! Il Tribunale per i minorenni di Brescia per ben 3 volte aveva detto di no alla proposta di Stefania e Mario di adottare i 5 fratelli ucraini. “Cinque figli non se ne parla nemmeno!”, era stata la risposta del giudice. Che però non teneva in alcun conto le relazioni sulla coppia, tutte più che positive. Sembrava una decisione presa a priori. Per fortuna, sulla tortuosa strada dell’accoglienza, i Faccardi hanno trovato una psicologa e un’assistente sociali bravissime, che li hanno incoraggiati a non demordere. “Abbiamo dovuto ricominciare da capo 4 volte – ricorda Stefania –, ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.

Non poteva andare diversamente. Del resto, sembrava scritto nel destino che la famiglia Faccardi sarebbe stata costituita da 7 membri. “In casa abbiamo una matrioska – racconta ancora Stefania –: e sapete da quanti componenti è formata? Sette!”

Anche il legame con l’Est Europa pareva qualcosa che prima o poi si sarebbe dovuto concretizzare. Proprio l’Ucraina fu “galeotta” nel far nascere l’amore tra Stefania e Mario. Era il 2000, infatti, quando i due giovani si conobbero mentre, insieme ad altre persone, fondarono l’associazione “Domani- Zavtra”, che tutt’ora si occupa di ristrutturare gli orfanotrofi nel Paese ex-sovietico. E i 5 ragazzi arrivano proprio da uno di questi centri. Stefania e Mario li incontrarono la prima volta nel 2010 quando li ospitarono in Italia in estate e durante le vacanze di Natale, nell’ambito di un progetto di vacanze terapeutiche organizzato dalla loro associazione.

Da quando si trovano stabilmente in Italia, la vita dei 5 fratelli prosegue serena e all’insegna  della calma. “In un paesino come il nostro – dice la loro mamma – 5 biondini in più non possono certo passare inosservati. Prima del loro arrivo, tutta la comunità di Pisogne li aspettava con ansia. Poi sono stati accolti con gioia, sia a scuola che all’oratorio. Ora ognuno di loro sta seguendo un percorso individuale di inserimento, ma tutti stanno mostrando buoni risultati”. Anche se un piccolo neo c’è stato. “Con uno dei nostri figli – ricorda Stefania – la scuola non si è dimostrata molto accogliente”. Nonostante questo, il gap linguistico è per tutti un ostacolo che spesso verrà messo alle spalle. “Grazie soprattutto a delle persone che li hanno aiutati a imparare l’italiano: un lavoro difficile, ma condotto sempre con grande disponibilità e discrezione”.

Per ciascuno dei loro 5 figli, Stefania e Mario hanno scelto la “strategia della calma”. Le 3 ragazze più grandi frequentano tutte il primo anno di scuola superiore, anche se in istituti diversi. Il maschietto di casa va in seconda media e la piccolina in terza elementare. “Lei è quella che brucia un po’ di più le tappe – ammette la sua mamma –, ma per tutti abbiamo deciso di non correre dietro al tempo perso.

E la loro terra di origine? Quell’Ucraina martoriata dal conflitto tra i filorussi e i fedeli al governo di Kiev? “I nostri figli hanno mantenuto i contatti con i loro amici – racconta ancora Stefania – e di certo vengono a sapere qualcosa di quanto accade in Ucraina. A dir la verità, forse possono farsi un’idea più oggettiva stando in Italia che seguendo i notiziari del loro Paese che tendono a raccontare versioni opposte degli eventi”.

Restando in contatto con i loro amici, i 5 fratellini salvaguardano anche la propria lingua. “Ci è sembrato giusto rispettare la loro cultura. Anche in casa tra loro spesso si parlano in ucraino – conclude simpaticamente Stefania –: soprattutto quando litigano!”