Melissa Satta: “La solidarietà non è fatta di cifre astronomiche, anche un solo euro può fare la differenza!”

melissa-satta-aibi-bigJeans, maglietta bianca e scarpe da ginnastica. Melissa Satta si presenta così all’appuntamento con le mamme delle Comunità Mamma-Bambino ‘Pacha mama’ e ‘La tua casa’, in un comune dell’hinterland milanese. Nuova testimonial di Amici dei Bambini, Melissa ha voluto trascorrere qualche ora con coetanee meno fortunate, giovani mamme alle prese con un percorso di vita talvolta molto complesso. La showgirl è entrata in punta di piedi nelle comunità, giocando con i bimbi e regalando sorrisi alle mamme. A rompere il ghiaccio ci ha pensato un’insospettabile e scatenatissima fan, che ha coinvolto di entusiasmo e allegria tutti i presenti. Di Melissa, del compagno calciatore Kevin Prince Boateng e del loro figlioletto Maddox, Mary sapeva praticamente tutto. Sembrava una scena preparata, e invece lei, originaria del Senegal, con un passato fatto di violenze, umiliazioni e ricatti, ha imparato la nostra lingua inseguendo sulle riviste le vicende della sua beniamina. Arrivata da pochi giorni nella struttura, non credeva ai suoi occhi quando si è ritrovata il suo idolo sulla porta. A chiusura della visita, abbiamo chiacchierato con Melissa, per farci raccontare le sue emozioni.

Melissa, ti va di condividere le riflessioni fatte dopo questo incontro?

Non è la prima volta che mi confronto con realtà difficili. Quando vai a trovare persone che vivono in questi luoghi non sai mai cosa trovi. Le Comunità Mamma-Bambino sono state per me due belle sorprese. Le donne che ho incontrato mi sembravano comunque felici e aperta al dialogo. E poi sono molto belle le stanze dipinte con i personaggi amati dai bambini.

Cosa vuol dire per te essere testimonial di Ai.Bi.?

Essendo un personaggio pubblico mi piace impegnarmi come posso per associazioni di cui condivido la mission. Sono ben felice di poter dare una mano per aiutare persone meno fortunate.

Quanto ti ha cambiato la nascita del tuo primogenito?

Maddox è senz’altro una responsabilità in più. Io come persona non penso di essere cambiata. Anche prima della nascita di Maddox, cercavo di aiutare persone bisognose.

Tre aggettivi per descrivere la tua vita?

Fortunata, sicuramente. Ne ho sempre avuto consapevolezza. Poi direi che la mia è una vita ‘non normale’. Nel senso che le esperienze che faccio, il mio lavoro non sono usuali. E poi ho una vita felice. Come tutti ho problemi, o momenti più difficili, ma posso dirmi felice.

Nella tua vita, hai avuto modo di viaggiare molto. Quali Paesi ti hanno colpito rispetto al tema dell’ abbandono minorile?

Nei miei viaggi non mi capita spesso di inoltrarmi in situazioni complicate. Tuttavia ho visto tanta povertà in Brasile e Zanzibar. Nell’immaginario comune Zanzibar vuol dire resort magnifici, ma prima di arrivarci in quei resort, devi attraversare dei posti che di magnifico hanno ben poco. Ho visto villaggi senza acqua potabile, bimbi che correvano scalzi, case di legno e fango.

Com’è stata la tua infanzia?

La mia infanzia è stata quella di una bambina fortunata, ma normale. I miei genitori viaggiavano molto per lavoro, quindi fin da piccola sono stata abituata a tanti spostamenti.

Da bambina cosa sognavi di fare da grande?

Ah, beh. Cambiavo ogni anno. Ricordo però che intorno ai dieci anni, le mie coetanee non si perdevano una puntata di Dawson’s Creek e altre serie televisive simili. Io ero una fan della signora Fletcher e sognavo di diventare detective. Poi di Perry Mason, e conseguentemente sognavo di diventare avvocato. Infine, nei miei miti un po’atipici, non poteva mancare il commissario Colombo, che mi fece tornare la voglia di diventare detective.

Ma come nacquero queste passioni?

La verità è che i telefilm ‘da pischella’ andavano in onda alle tre del pomeriggio, quando i miei genitori non mi permettevano di stare davanti alla televisione, perché dovevo studiare. Quindi dovevo accontentarmi dei telefilm prima di cena.

La bellezza è un dono. Ma ti è mai capitato di dover affrontare pregiudizi rispetto al tuo aspetto fisico?

Beh, il pregiudizio più antipatico è quello del binomio Bellezza=Stupidità. Come se una ragazza bella non possa studiare e leggere! Ma devo dire che io no mi lascio condizionare e vado avanti per la mia strada.

Sul tuo corpo risaltano alcuni tatuaggi. Cosa rappresentano per te?

Sono frasi e parole che mi ricordano momenti specifici della mia vita, tutti hanno un significato. Ma preferisco tenerli per me.

Quali parole sceglieresti per invitare i tuoi fan a sostenere i progetti di Amici dei Bambini?

So bene che non è un momento facile per troppe famiglie. Ma se una persona ha la possibilità di donare anche un solo euro, quella moneta è importante. Perché si somma a tanti euro di altri sostenitori che poi possono davvero cambiare la vita a un bambino.

 

Anche tu puoi sostenere i progetti di Ai.Bi. per mamme e bambini in difficoltà. Clicca qui.