Milano. Da Nord a Sud, quant’è difficile l’adozione internazionale? Le molteplici e svariate domande delle famiglie

domandaI costi, i “processi” a cui le coppie sono sottoposte da Tribunali e Servizi Sociali,  i colloqui con i giudici, il post-adozione, i limiti legislativi e ancora le differenze di costi, in Italia, da ente a ente. Questi sono solo alcuni dei temi sollevati dalle famiglie adottive e coppie in attesa che hanno inviato in questi giorni le loro domande all’email dell’Associazione dei Bambini. Quesiti a cui sarà data una risposta domani, sabato 23 e domenica 24, nel corso dell’Open day Ai.Bi. che si svolgerà in tutte le sedi in Italia di Amici dei Bambini.

“Perché costa così caro fare un’adozione internazionale?”, “perché ci sono così tante differenze di costi da un ente all’altro?”, chiedono le famiglie, che pure si mostrano propositive. “Perché gli enti autorizzati non si mettono insieme per diminuire i costi di un’adozione?” è una delle soluzioni proposte.

Anche i tempi fanno la loro parte: “Perché le famiglie che hanno già figli naturali e che desiderano adottare vengono guardate con sospetto se non addirittura ostacolate dalle autorità e dai servizi?” Insomma le istituzioni tenderebbero a rallentare e a mettere i bastoni tra le ruote a chi vuole adottare: “Perché alcuni tribunali rilasciano dei decreti vincolati a una certa età e altri no?” è un’altra delle tante domande pervenute.

Una tematica che sta a cuore a tante famiglie e che ha riscosso successo anche tra i media. Riportiamo la versione integrale dell’articolo pubblicato da corrieresociale.it il 22 maggio a firma di Emiliano Breccia.

«Perché costa così caro fare un’adozione internazionale?». «Perché gli enti autorizzati non si mettono insieme per diminuire i costi di un’adozione?». «Perché non vengono aperti nuovi Paesi per adottare?». «Qual è il Paese in cui la permanenza all’estero è più breve?». Tante domande in cerca di risposta. Domande inviate all’indirizzo mail dell’Associazione dei Bambini da coppie e famiglie che hanno deciso di adottare uno o più bambini. Perché da Nord a Sud dell’Italia le famiglie adottive, in attesa di diventarlo o anche semplicemente interessate alle adozioni internazionali e al dono dell’accoglienza, hanno bisogno di formazione, informazione e sensibilizzazione. Lo sanno bene operatori, professionisti ed esperti delle adozioni internazionali che offriranno la loro consulenza nel corso dell’«Open Day Adozioni internazionali», l’iniziativa organizzata dall’Ai.Bi ed in programma in tutte le sedi italiane sabato 23 e domenica 24 maggio.

A TU PER TU CON L’ADOZIONE 

«Perché ci sono così tante differenze di costi, in Italia, da ente a ente?». «Perché alcuni tribunali rilasciano dei decreti vincolati ad una certa età ed altri no?». In tema di adozione internazionale, le famiglie chiedono chiarezza e di saperne sempre di più. Perché intoppi burocratici, costi elevati, rallentamenti provocati dai Paesi individuati per adottare i bambini, a volte rendono il cammino dell’adozione particolarmente complesso. Di qui, la necessità di Ai.Bi di rinnovare per il quarto anno consecutivo l’Open Day «A tu x tu con l’adozione internazionale». Le giornate si svilupperanno in due macro-momenti. Nella prima parte saranno illustrati i numeri del crollo delle adozioni internazionali con l’intervento su «Cosa ci dicono i dati»; la seconda parte, invece, sarà incentrato su  «L’adozione in diretta» con  il «Botta e risposta» tra le famiglie adottive e rappresentanti di Servizi territoriali, Enti autorizzati, Tribunali per i minorenni e Politici regionali. Per info:www.aibi.it

Fonte: sociale.corriere.it