Nei primi 3 mesi del 2016 gli arrivi in Italia sono stati 2.600: ma nel nostro paese sono destinati a rimanere soli

misnaLasciano la famiglia nei loro Paesi in guerra o consumati dalla miseria. Affrontano da soli i pericoli del viaggio, con il sogno di una vita nuova e animati dalla necessità di aiutare i genitori e i fratelli, una volta “sbarcato il lunario” in Europa. Ma “il lunario” troppo spesso si traduce in sfruttamento, violenza e degrado. È questo il drammatico destino che attende tanti giovanissimi migranti che sbarcano da soli sulle coste europee. Eppure una soluzione per loro ci sarebbe: l’affido familiare, una forma di accoglienza davvero a misura di minore. Quell’accoglienza che alle istituzioni di casa nostra, però, sembra proprio non piacere. Con il risultato che migliaia di piccoli migranti continuano ad alimentare un vero e proprio esercito di invisibili.

Secondo i dati diffusi da Eurostat, l’agenzia europea di statistica, i minori stranieri non accompagnati giunti in Italia dal 1° gennaio 2016 hanno già superato quota 4.100, di cui 2.600 solo nei primi 3 mesi dell’anno. Cifre che fanno impallidire quelle registrate nel 2015, quando, nello stesso periodo, furono “solo” 600. E il 2015 – ricorda Eurostat – ha visto quadruplicare a livello europeo i numeri del 2014, anno che a sua volta aveva visto più che raddoppiare gli arrivi rispetto ai periodi precedenti. Dal 2008 al 2013 gli sbarchi di migranti minori soli si mantennero più o meno stabili, tra gli 11 e i 13 mila, per poi schizzare a 23mila proprio nel 2014. Niente ancora di paragonabile rispetto a quanto accaduto poi nel 2015, quando i baby-migranti senza adulti di riferimento che sono giunti in Europa furono quasi 90mila. Di questi, 35.250, ovvero il 40% del totale, è stato accolto in Svezia, il Paese che si è dimostrato più ospitale nei confronti dei minori non accompagnati. A seguire la Germania con 14.440, l’Ungheria con 8.805 e l’Austria con 8.275. L’Italia è al quinto posto per l’accoglienza dei giovani migranti soli: 4.070 le domande di asilo presentate da giovani migranti a cui le autorità del nostro Paese nel 2015 hanno risposto positivamente.

Nonostante i numeri per l’Italia siano decisamente più bassi rispetto a quelli dei vicini europei, il nostro Paese non ha ancora messo in atto percorsi davvero sicuri per i minori non accompagnati. I giovani migranti vengono ancora collocati nei grandi centri di accoglienza, in condizioni precarie e promiscue. Con la conseguenza che sempre più spesso fanno perdere le proprie tracce, finendo nella rete della malavita. Ad attenderli, anziché una nuova vita, ci sono spaccio, prostituzione, sfruttamento lavorativo nell’agricoltura o in altri settori produttivi, attraverso minacce e costrizioni.

L’alternativa a farli vivere in una sorta di ghetti, ci sarebbe: l’affido familiare, l’unica soluzione che può garantire al minore un ambiente consono alle sue esigenze. Una possibilità che però in Italia ancora non trova una regolamentazione. Una proposte di legge in merito giace ormai da anni in qualche cassetto del nostro Parlamento. Prima firmataria della proposta fu la deputata Sandra Zampa, vicepresidente del Partito Democratico e della Commissione bicamerale infanzia e adolescenza. La quale ora invoca anche un intervento europeo per sanare l’emergenza. “Spesso i minorenni soli vengono adescati dalla malavita e dalla microcriminalità – denuncia Zampa –  e parte di loro potrebbero anche essere vittime di tratta. Questo ci conferma la necessità delle norme, l’Europa deve produrre un atto collettivo. Solo così, con un’azione comune, si può davvero cercare di tutelare la vita di minori esposti a guerre e violenze”. L’Italia potrebbe compiere il primo decisivo passo: approvare finalmente la legge che dia ai giovani migranti soli la possibilità di essere accolti nelle nostre famiglie.

 

Fonti: Avvenire, La Stampa