Nepal, due interrogazioni parlamentari: perché le adozioni internazionali sono ancora chiuse?

Il 20 e il 24 febbraio scorso sono state depositate due interrogazioni parlamentari a risposta scritta, la n. 4/14986 e la n. 4/15083, sulla sospensione delle adozioni internazionali dal Nepal, indirizzate al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministero degli Affari Esteri e al Ministero per l’Integrazione e la Cooperazione Internazionale. Il firmatario della prima interrogazione è l’on. Aldo Di Biagio. La seconda interrogazione porta la firma congiunta dello stesso Di Biagio e dell’on. Giorgio Conte.
È dal 2010 che i minori nepalesi non possono venire adottati in Italia, eppure gli sforzi compiuti dal Nepal sono stati enormi e notevoli. Di seguito pubblichiamo il testo dell’interrogazione firmata da entrambi i parlamentari.

ALDO DI BIAGIO e GIORGIO CONTE

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione.

Premesso che:

la Commissione per le adozioni internazionali (CAI), in data 25 giugno 2010, comunicava agli enti autorizzati ad operare nell’ambito dell’adozione internazionale in Nepal, la propria decisione di sospendere il deposito di nuovi dossier delle coppie adottive nel Paese, al fine di «esercitare una forte sensibilizzazione sul governo nepalese affinché collaborasse con la Comunità internazionale per l’adeguamento della propria organizzazione interna alla Convenzione de L’Aja del 1993;

tale decisione era fondata sulla considerazione che il Nepal non aveva raggiunto standard normativi e operativi conformi alla predetta convenzione;

l’Italia collabora ormai da 15 anni con il Nepal, investendo risorse umane e finanziarie in questo Paese dove l’emergenza dell’abbandono minorile ha proporzioni gravissime;

il Nepal ha nel frattempo conseguito importanti risultati – come da dichiarazioni del Ministero nepalese delle donne, dei bambini e del benessere sociale – attraverso l’attuazione di alcune importanti riforme tra cui: la classificazione dei minori con bisogni speciali sulla base di categorie riferite alla gravità o alla tipologia della patologia sofferta; l’approvazione di procedure che garantiscano le ricerche necessarie prima della dichiarazione dello stato di adottabilità dei minori non accompagnati; la previsione di standard minimi per gli istituti di accoglienza dei minori e la limitazione dell’autorizzazione a quelli conformi alla legge; l’individuazione di 29 istituti per gli anni 2011 e 2012 che potranno lavorare per l’adozione internazionale; il riconoscimento di nuovi requisiti per le agenzie che si dovranno accreditare sul Paese, al fine di garantire competenza e trasparenza delle procedure;

il Governo nepalese, con comunicazione del 17 novembre 2011, ha previsto la riapertura delle adozioni internazionali – nel frattempo sospese anche da parte sua – stabilendo procedure definite;

il 31 gennaio 2012, sul sito del Ministero nepalese, è stata pubblicata la lista dei minori adottabili classificati secondo le loro caratteristiche di salute ed età: si tratta di 263 minori, di cui 149 di età superiore ai 6 anni, 25 minori con problemi di salute, oltre a 89 bambini nel canale «normale», quindi di età minore ai 6 anni e in buono stato di salute; veniva in particolare dato avviso della possibilità di depositare nuovi dossier entro 90 giorni nel caso di abbinamento con minori in buono stato di salute e di età inferiore ai 6 anni, e anche successivamente per gli altri casi;

sulla base di questi aggiornamenti e della chiara volontà del Governo nepalese di rendere trasparenti le proprie procedure di adozione, gli enti italiani autorizzati ad operare in Nepal hanno inviato alla Commissione per le adozioni internazionali numerose comunicazioni, anche congiunte, con la richiesta specifica di convocare i tavoli di confronto fra Commissione adozioni internazionali e gli enti autorizzati per riattivare le procedure adottive verso il Nepal;

ad oggi gli enti autorizzati non hanno avuto alcuna risposta ufficiale;

la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (New York 1989) e della Convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale (L’Aja 1993), anche alla luce del richiamo contenuto nell’articolo 10 della Costituzione e del principio del superiore interesse del minore, rende opportuno l’intervento attivo dell’Italia rispetto al problema dell’infanzia abbandonata -:

– Chiede di sapere:

quali siano i motivi che ostano alla mancata convocazione del tavolo di confronto fra la Commissione per le adozioni internazionali e gli enti autorizzati ad operare in Nepal;

se persistano – e quali siano – le motivazioni per il mantenimento della chiusura delle procedure adottive in Nepal e quali siano le iniziative in programma per l’adempimento del dovere di solidarietà e cooperazione fra Paesi rispetto al problema dell’infanzia abbandonata alla luce dei principi tutti sopra richiamati.