Niente più orfani in Cina: parola del Governo

Fine delle discriminazioni. Pechino è al lavoro per bandire la parola orfano dai nomi dei bambini. A darne notizia è il Ministro cinese per gli Affari Civili che vuole cancellare dal nome dei bambini senza famiglia la parola che li etichetta come orfani, esponendoli a possibili atti discriminatori e sottoponendoli a una vita di pregiudizio. Lo svela il giornale China Daily e lo ribadiscono il sito americano delle politiche adottive, Adoption Policy, e il portale Worldnews.

In pratica, agli Istituti che tengono in protezione i bambini senza genitori sarà proibito di registrarne ufficialmente i nomi con modalità che li rendono riconoscibili come orfani. Infatti è stata abitudine degli Istituti, negli ultimi decenni, di dare ai bambini cognomi come Guo o Dang, che significano Stato e Partito.

Sono 100mila in Cina i bambini con genitori non identificati, ospitati da 900 Istituti, secondo le dichiarazioni del China Daily. Dichiara con forza Chen Lunan, operatore sociale: «Non vogliamo che i bambini cresciuti nelle istituzioni di protezione portino addosso etichette che li rendano differenti dai bambini che hanno i genitori». Di cosa tratta, però? Di egualitarismo socialista che mira a dare pari opportunità a tutti i figli? Di eguaglianza di diritti? «Eravamo abituati a pensare che i bambini orfani fossero figli del Partito perché esso era l’unico soggetto che se n’era preso cura, sostiene Li Jinjiu, assistente di un Centro della provincia dello Henan. In realtà, abbiamo scoperto non solo che i bambini crescono a disagio con il fatto che provengono dagli Istituti, ma che le loro famiglie d’origine non li vogliono».

(Da China Daily, 11 febbraio 2012)