Referendum. Con il no le famiglie hanno bocciato Renzi. Gandolfini (Family day): “Il premier ha ignorato ogni confronto con le famiglie”. Griffini (Ai.Bi.): “Adozioni internazionali: mai più ciò che è successo negli ultimi 3 anni”

gandolfiniIl referendum del 4 dicembre non ha bocciato soltanto la proposta di riforma costituzionale. Ha soprattutto punito il governo Renzi per il suo totale disinteresse alle esigenze delle famiglie e, tra queste, anche quelle legate alla realtà delle adozioni internazionali. Il risultato delle urne è stato netto: il “no” ha surclassato il “sì” con il 59,11% dei consensi contro il 40,89%. Un esito che, letto alla luce dell’altissima affluenza (68,48%), permette di poter interpretare il voto come l’espressione diretta del pensiero delle famiglie italiane in merito all’operato dell’esecutivo. Tanto più che, a parte pochissime eccezioni, la vittoria del “no” è stata trasversale, dal punto di vista sia territoriale che anagrafico.

Le famiglie del nostro Paese, dunque, hanno bocciato un governo che non le ha mai ascoltate. “E’ stato il no delle famiglie povere che non arrivano a fine mese, stanche della politica e dei politici”, ha detto padre Enzo Fortunato, direttore di sanfrancesco.org, organo d’informazione del convento francescano di Assisi. Gli fa eco Massimo Ganfoldini, portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli” e promotore del comitato “Famiglie per il NO”. “Renzi è stato punito dalla sua arroganza – commenta il medico bresciano -, quella stessa arroganza che lo ha portato a ignorare ogni confronto, anche informale, con il popolo del Family Day che ha portato milioni di persone in piazza, e a imporre due voti di fiducia per far approvare la legge sulle unioni civili”.

La carenza di democrazia nel modus operandi del governo, del resto, è al centro delle dichiarazioni post-referendum anche di Gaetano Quagliariello del movimento Idea: “Il sistema fa acqua da tutte le parti, ed è in gioco la correttezza dei procedimenti democratici”.

Come quelli che regolano la realtà italiana delle adozioni internazionali. Sul futuro di queste a seguito dell’esito del referendum e delle ormai prossime dimissioni del premier Renzi, interviene Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini. “Ora non si tratta solo di rimettere in piedi il sistema dell’adozione internazionale ripristinando la piena operatività della Commissione Adozioni Internazionali ed eliminare il clima di veleni e di odio che si è affermato negli ultimi anni – dichiara Griffini -. Si tratta soprattutto di creare i presupposti legali necessari a evitare il ripetersi di ciò che è successo in questo triennio, quando una sola persona, la vicepresidente (ed ex presidente) della Cai Silvia Della Monica, con il consenso di Renzi, ha reso vano e inefficace ogni processo democratico, portando il sistema delle adozioni internazionali sull’orlo del precipizio”.

Sulla stessa linea anche Quagliariello che dichiara: “Auspico che da oggi possa aprirsi una nuova stagione anche per le adozioni internazionali che  in questi due anni sono state totalmente abbandonate a sé stesse”.

Delle prospettive future parla anche Gandolfini, affermando che, dal referendum, “nasce l’esigenza di una politica che la smetta di prendere ordine dalle élites, ma torni a rappresentare le esigenze delle famiglie che sono il lavoro e la natalità. La ripresa economica non può infatti essere agganciata senza una ripresa valoriale che metta al centro dell’azione culturale, politica e legislativa la vita, la famiglia e la stessa integrità dell’essere umano.

E se fino al 4 dicembre, per qualsiasi argomento su cui la politica era chiamata a intervenire, il “mantra” era “se ne parla dopo il referendum”, ora che ha vinto il “no” si spera che qualsiasi urgenza non venga soppiantata dal “motto” “le priorità sono altre”. Quanto dovrà aspettare ancora la riforma della legge sulle adozioni? Dopo lo stralcio della stepchild adoption dalla legge sulle unioni civili, tutte le forze politiche si erano dichiarate pronte a mettere “mani alle adozioni”. Ma, nonostante mesi e mesi di audizioni in commissione Giustizia della Camera, tutto è ancora in alto mare. Anche la nomina del ministro Boschi a presidente della Cai, che nella primavera scorsa aveva portato una ventata di speranza, si è in breve rivelata una cocente delusione. Lo shock del referendum segnerà finalmente uno scossone anche in questo sistema e l’inizio di una fase politica più attenta alle esigenze della famiglie?