Repubblica Democratica del Congo. Diplomazia Usa al lavoro: un primo bambino ottiene il visto di uscita dal Paese africano. E’ malato

congo-gruppo-di-bimbi350Il lavoro della diplomazia americana ottiene un importante successo sul difficile fronte delle adozioni internazionali nella Repubblica Democratica del Congo, bloccate da settembre 2013 e con ancora centinaia di bambini in attesa di poter abbracciare le loro famiglie. Da sempre gli Stati Uniti avevano chiesto alle autorità di Kinshasa che venisse aperto un canale preferenziale per quei bambini adottati che sono affetti da gravi problemi di salute. A questo scopo, gli Usa avevano compilato una lista dei minori malati affinché a questi potesse essere riservata una via più veloce per il ricongiungimento con le rispettive famiglie adottive.

Un tentativo che adesso inizia a far registrare i primi successi. Una coppia di Dunedin, in Florida, è infatti riuscita a vincere la sua battaglia per portare a casa suo figlio adottivo dal Congo. Lo hanno annunciato i legali che hanno assistito la coppia in questi mesi ricchi di tensioni e di speranze. Cruz, 10 mesi, è finalmente arrivato a casa, con sua madre, Andrea. Ad attenderlo ha trovato il papà Chris, e i suoi 3 fratelli, tutti figli biologici della coppia.

Nell’ottobre 2014, sua madre è volata in Congo per perorare la causa di suo figlio e ottenere dai funzionari del Paese africano l’apertura di una via preferenziale per i bambini adottati gravemente malati, come il suo Cruz. Quattro settimane più tardi, Cruz e altri 10 bambini hanno ottenuto dei certificati che attestano le loro precarie condizioni di salute e la necessità di essere trasferiti negli Stati Uniti per le cure mediche necessarie. Giovedì 20 novembre, finalmente, Cruz ha ricevuto il permesso di uscita dal suo Paese di origine, Il piccolo è affetto da una grave malattia respiratoria che potrebbe ucciderlo se non venisse effettuato un trapianto di cuore e di polmoni entro 6 mesi.

Egli è uno dei circa 30 bambini adottati per i quali il blocco dei permessi di uscita dal Congo ha risvolti ancora più drammatici che per gli altri: si tratta infatti di minori gravemente malati che necessitano di cure immediate. Dopo la positiva soluzione del suo caso, i funzionari americani stanno ora lavorando per ottenere analogo provvedimento per altri 18 bambini.

E’ a loro che va il pensiero dei genitori di Cruz. “Per ora ci concentreremo sulla sua salute – annunciano –, ma i prossimi passi ci porteranno a occuparci degli orfani di tutto il mondo”.

“Per Cruz questo avvenimento è la differenza tra la vita e la morte – ha commentato, poche ore prima dell’arrivo del piccolo e di sua madre negli Usa, Kelly Dempsey, consigliere generale di un ente non profit che si propone di aiutare i bambini e le loro famiglie –. Il desiderio più ardente di sua madre era quello di essere a casa e di vedere Cruz in ospedale nel Giorno del Ringraziamento. E penso che lei stia per realizzare questo desiderio”.

La stessa Dempsey, poi, fa luce sul motivo per cui è stato così difficile portare a casa Cruz. “Il vero ostacolo sono sempre state le valutazioni mediche da effettuare – ha spiegato, perché l’adozione è una questione politica in quel Paese in questo momento. E’ difficile trovare medici disposti a visitare questi bambini e a preparare i rapporti.

In ogni caso, la diplomazia ha avuto la meglio. Con la speranza che sia solo il primo di una serie di analoghi successi e non solo per gli Usa, ma per tutti i Paesi che hanno famiglie in attesa di poter abbracciare i propri figli. Italia compresa.

 

Fonte: Tampabay