Roma. Inchiesta Mafia Capitale. Indagata Patrizia Cologgi, dirigente della Commissione Adozioni internazionali

cologgiIndagata Patrizia Cologgi, ex dirigente della Protezione Civile oggi Dirigente del Servizio per le Adozioni Internazionali presso la CAI. Avrebbe contribuito al business di Buzzi e soci, lucrando sull’assistenza alle famiglie nomadi. Lo rende noto il sito online di Vita nell’articolo “Mafia Capitale, indagata dirigente della Commissione Adozioni”.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera (citato dal sito on line di Vita) , anche la Cologgi “avrebbe contribuito al business di Buzzi e soci, lucrando sull’assistenza alle famiglie nomadi”, come risulta da un’indagine sulle irregolarità nella gestione del campo di Castel Romano, condotta dai pubblici ministeri Claudia Terracina e Maria Cristina Palaia – e ora confluita nel filone principale coordinato dall’aggiunto della Dda Michele Prestipino.

“La Cologgi avrebbe favorito una delle coop riconducibili a Sandro Coltellacci, uomo di Buzzi”, continua il quotidiano, “commettendo una sfilza di reati” tra cui turbativa d’asta, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e truffa.

Oggi Patrizia Cologgi – indagata tra l’altro per l’emissione di fatture irregolari, gonfiate in modo che la Ragioneria generale liquidasse pagamenti superiori al dovuto – è responsabile proprio, tra le altre cose, di pagamenti a fornitori vari per servizi quali traduzioni e catering, come risulta dal sito della CAI.

Il suo nome era cominciato a circolare sottovoce fin dalle prime indiscrezioni sulle indagini nell’inchiesta Mafia Capitale, quando si parlava genericamente di “un collaboratore” dell’ex ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge.

Subito era arrivata, però, la smentita dell’ex ministro  con cui, sottolineando la sua estraneità ai fatti, precisava che non si trattava di un suo collaboratore ma  di   “una dirigente della presidenza del Consiglio, giunta alla segreteria tecnica della CAI”.

L‘ex ministro  aveva, dunque, respinto le accuse al mittente, facendo un uso attento dei termini, nel sottolineare di non avere collaboratori tra gli indagati, dato che tra questi figurava piuttosto una dirigente della presidenza del Consiglio, “giunta alla segreteria tecnica della Commissione per le Adozioni internazionali nel corso del mandato del mio predecessore e che ha proseguito nel proprio incarico anche dopo la mia uscita dal governo.

Ora che il nome del dirigente indagato è stato svelato, si può tristemente affermare che continua la serie negativa per il settore delle adozioni in Italia, già colpite da una grave crisi del sistema, con la speranza però che sia soltanto il punto di partenza per una rinnovata fase di rinascita  nel nome della trasparenza e della legalità.

Fonte (Vita.it)