Romina, sostenitrice da 9 anni: «Andrei a trovare Miroslav, anche se… ho paura di affezionarmi a lui!»

«Ero uscita per fare spese. Ero in un negozio con il mio bambino, per comprargli dei vestiti. Alla cassa le commesse mi hanno consegnato un opuscolo informativo. Il volantino parlava di sostegno a distanza. Leggendolo, mi si sono aperti gli occhi: ho capito che ci sono tantissimi bambini meno fortunati dei miei che hanno bisogno di aiuto. Così mi decisi e attivai un sostegno a distanza».

A parlare è Romina, affezionata sostenitrice a distanza. La sua storia di sostegno iniziata circa 9 anni fa: «All’inizio sostenevo un bambino moldavo – racconta Romina –. La mia più grande felicità è stata quando ci fecero sapere che poi, fortunatamente, venne reinserito in famiglia. I suoi genitori mi hanno mandato anche dei regali: un portagioie e delle cornici in legno, fatte a mano, per ringraziarmi di aver aiutato il loro piccolo quando loro erano in difficoltà».

Per una famiglia che sostiene, la meraviglia del sostegno a distanza non risiede che qui. Poter aiutare qualcuno lontano, iniziare un legame che farà del bene e portarlo avanti sapendo che si crea un circolo di gratitudine, di amore, di comprensione e curiosità reciproca. Una relazione che va avanti nel tempo senza il bisogno di chissà che cosa, ma sviluppandosi in gesti quotidiani. Talvolta è fatta anche di difficoltà. «Ora sostengo Miroslav, un bimbo ucraino di 11 anni che è orfano di padre. All’inizio è stato difficile entrare in sintonia con lui – continua Romina –. Non sapevo che cosa scrivere nelle lettere, ogni cosa mi sembrava fuori luogo».

Difficoltà che si superano con gesti autentici, che vengono dal cuore. E con il coinvolgimento di tutta la famiglia. «Per i suoi 10 anni gli ho regalato un orologio colorato: non solo per guardare l’ora, ma come regalo in ricordo del tempo che abbiamo trascorso e che trascorreremo insieme. Ogni volta che posso gli mando biscotti, giochi, torte e anche dei disegni fatti da mio figlio, che vede il piccolo come un amico lontano. Ho fatto recapitare anche due pacchi da 42 kg di vestiti e organizzato un pizza party in Istituto, inviando tutto il materiale per fare la pizza!».

Romina fa una confidenza. «Mi piacerebbe molto andare a trovarlo in futuro, anche se… ho un po’ paura di affezionarmi a lui! Nonostante la crisi non ho mai pensato di rinunciare al mio impegno; ho detto ai miei figli che toglieremo il superfluo ma continueremo questo gesto d’amore. Bastano piccoli sacrifici per fare grandi cose!».