Sanremo e la falsa beneficenza di Celentano

L’opinione pubblica si divide sull’intervento di Adriano Celentano fin dal mese scorso, quando comparvero le cifre del suo ingaggio: dai 300mila ai 700mila euro, a seconda del tempo di apparizione. Salta all’occhio la prima criticità: è accettabile che i contribuenti paghino il canone affinché la RAI consegni il ricavato a un soggetto privato, che poi ne fa beneficenza?

Soldi che scottano. Se Celentano fa beneficenza per lavarsi la coscienza di un compenso troppo alto, gli è forse consentito farla con i soldi dei contribuenti?

Il punto incriminato, dunque, è l’impiego che la RAI ha fatto dei soldi pubblici del canone. La RAI dovrebbe utilizzare questo denaro per investire nell’informazione e fare crescita culturale. Immaginando uno scenario diverso, il caso della falsa beneficenza di Celentano somiglierebbe al presidente Monti che annuncia di aumentare l’IVA di 2 punti per poi, con il ricavato, fare della beneficenza. Se il denaro pubblico dev’essere utilizzato in questo modo, perché non chiedere indietro la quota di canone data in beneficenza, anziché accettare che sia devoluta ad altre associazioni?