Sassari, 30 marzo. Credere nell’adozione internazionale oggi, nonostante tutto: Ai.Bi. Sardegna invita le famiglie a conoscere i “Bambini in adozione”

adozioni4Adottare un bambino straniero non vuol dire solo accrescere il numero dei componenti della famiglia, ma significa soprattutto accogliere la sua storia e il suo passato di abbandono e sofferenza, imparando di giorno in giorno a confrontarsi con essi e a donare il proprio amore di genitore nel modo migliore per quello specifico bambino. Ecco perché è quanto mai importante conoscere le specificità delle diverse realtà di provenienza dei minori adottati e le esperienze che questi hanno dovuto affrontare prima di trovare una nuova famiglia. A questo scopo, Amici dei Bambini organizza il convegno “Bambini in adozione”, che si svolgerà a Sassari, giovedì 30 marzo.

L’appuntamento è per le ore 16, nella sala “Nino Langiu”, presso il comando della Polizia Municipale, in via Carlo Felice 8. Il seminario sarà tenuto dalla dottoressa Marcella Griva, psicologa e psicoterapeuta consulente di Ai.Bi. in Sardegna. Destinatari dell’iniziativa sono principalmente gli operatori dei servizi sociali del territorio di Sassari e le coppie di aspiranti genitori adottivi in attesa, oltre a insegnanti e operatori dei consultori. Prevista la presenza anche di una rappresentanza del Tribunale per i Minorenni di Sassari.

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza di quanto sia importante, per ogni genitore adottivo, riuscire a comprendere l’esperienza dell’abbandono per poter accompagnare nella crescita un bambino che porta con sé le profonde ferite del rifiuto e della separazioni subiti.

“Il seminario intende soffermarsi sulle caratteristiche dei bambini in adozione – spiega Marcella Griva – e sulle specificità dei diversi contesti di provenienza per favorire una migliore comprensione dei loro vissuti e individuare le motivazioni profonde sottese ai loro comportamenti, facendo così spazio al bambino reale”.

Lo stato d’animo del bambino adottato, del resto, è quello che la scrittrice americana Nancy Newton Verrier ha ben espresso nel suo libro del 1993, “La ferita primaria” (“The primal wound”), nel quale si legge questa frase che Ai.Bi. Sardegna ha scelto per presentare il seminario del 30 marzo: “C’è un profondo desiderio dentro di me di avere una relazione duratura e significativa con qualcuno, ma mi terrorizza perché se ti leghi troppo non puoi essere certo che non sarai abbandonato di nuovo”.

“Con questa iniziativa – spiega Alessandro Cuboni, referente di Ai.Bi. Sardegna, organizzatrice dell’evento in collaborazione con il Comune di Sassarisi intende portare in un territorio come il nord della Sardegna una professionalità esperta e competente in materia di adozioni. Con l’obiettivo di spazzare un po’ di nubi che si addensano su questa realtà e sfatare quei tabù che vedono il percorso dell’adozione internazionale solo come una strada piena di ostacoli, mentre è soprattutto un’esperienza ricca di speranze, gioie e occasioni di felicità”.