Ucraina, sfollati: un anno dopo…

OLYMPUS DIGITAL CAMERAE’ passato un anno da quando a Kharkiv sono arrivate , con il treno e poco altro, intere famiglie. Ne parlavamo con Eva e Elena della Associazione  Stazione Kharkiv , tra i primi ad accoglierli e ancora oggi i primi loro riferimenti. Dopo un anno quale la situazione?  Nuovi arrivati, nuovi servizi, nuovi e vecchi problemi, abbiamo cercato di capire con loro se ci sono stati miglioramenti o meglio se si è riuscito a mitigare l’impatto con lo sradicamento e cosa c’e’ da fare ancora, perchè c’è ancora tanto da fare sebbene la guerra sia stata “congelata”…

Lavorano con i profughi da un anno. Come sono le persone che arrivavano un anno fa’ e come sono quelle che arrivano ancora adesso? 

Mi rispondono che è difficile distinguerli.  Adesso come allora vediamo davanti a noi persone in difficoltà, sono rimaste senza casa, senza beni, molti senza riferimenti familiari , con poca speranza e poca fiducia. Quelli che arrivano adesso sono ancora più poveri, perchè tutto ciò che avevano di scorta l’hanno consumato e speso e non hanno avuto possibilità per scappare prima in qualche parte dell’Ucraina. Il flusso è un po’ diminuito adesso, ma comunque ogni giorno si trovano a dover fronteggiare non meno di 100 richieste di beni di prima necessità specialmente per bambini.

E’ anche vero che dopo un anno siamo più preparati ad accoglierli, sistemarli, rassicurarli, dare loro supporto e indicazioni in molti campi.  C’è un il supporto statale, cui noi aiutiamo ad accedere e questo è importante. Il sistema statale e´ molto “duro” e poco flessibile  nel suo funzionamento. Spesso i passaggi della procedura sembrano assurdi, come, mi raccontano,  ricevere un certificato dall’ultimo posto di lavoro: nella zona “occupata” chi te lo rilascia? senza contare che in Ucraina i certificati rilasciati “dagli enti degli occupanti” non sono validi. Inoltre il supporto statale e´ previsto per primi 6 mesi, dopo si intende che la persona sfollata si sistemi e continui la sua vita in modo autonomo, ma spesso a tanti profughi questi 6 mesi non bastano nemmeno ad apprendere e concepire che la vita e´ cambiata e che non si può tornare indietro. Non sarà mai più come prima.

Il compito fondamentale di Stazione Kharkiv  e aiutare a superare questo cambiamento, accettarlo e renderlo una possibilità e una risorsa. Spesso anche a loro sembra impossibile… ma ci vuole la pazienza e passione. Ogni caso, ogni situazione, ogni errore li aiuta a cercare approcci e soluzioni nuovi.

L’ultimo problema emerso in questi giorni  è  poco discusso, ma importante. Molti bambini hanno perso un grande periodo della scuola, nella zona occupata le lezioni sono ancora sospese e solo alcuni di coloro che sono sfollati , hanno trovato posto nelle scuole locali oppure non studiano per tanti motivi : lo stress, la speranza frustrata che tutto possa finire presto e si possa tornare alle proprie case, nella loro scuola e alla loro vita “normale”. I bambini porteranno con sé lacune nei programmi di apprendimento. Per questo motivo, tra i tanti progetti cui l’Associazione Stazione Kharkov pensa c’è anche la possibilità di prevedere la creazione di gruppi/campi estivi per far recuperare gli studi prima della partenza della scuola il prossimo settembre.

C’e´poco tempo, tanto da fare e mancanza delle risorse finanziarie per farlo, mi dicono Eva ed Elena. Purtroppo, la mancanza delle risorse finanziarie resta sempre la parte più dolorosa, specie quando servono a rispondere ai bisogni più urgenti. Tuttora più di 400 famiglie hanno bisogno dei lettini per bambini piccoli. Provate ad immaginare dove e come dormono  i bambini e genitori che non hanno letti per i propri bambini…

C’e´ tanto altro da dire, ma sopratutto da fare…

Masha

Amici dei Bambini – Kiev

 

Ai.Bi. ha lanciato la campagna Emergenza Minori Ucraina per garantire cibo, salute e gioco a 8.000 bambini ucraini. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.