USA. L’amore dei genitori fa miracoli: Anaya, la bimba senza mani vince un concorso di calligrafia

Per chi non crede nel detto “volere è potere” è arrivato il momento di ricredersi. A darne il buon esempio è una storia che arriva dagli Stati Uniti e che commuove grandi e piccini.

Anaya Ellick è una graziosa bimba di 7 anni, dello Stato della Virginia, nata senza mani, che ha vinto il prestigioso concorso nazionale di calligrafia, “Nicholas Maxim Special Award for Excellence in Manuscript Penmanship”.

La piccola, senza utilizzare alcun tipo di protesi, tenendo tra gli avambracci la penna, con controllo misurato, ha “scritto” la sua anima su un foglio bianco.

Risultato: una grafia chiarissima, ordinata, precisa, senza nessuna sbavatura che ha lasciato di stucco i giudici del concorso. Da lì alla vittoria non è passata una “virgola” e Anaya, scolaretta di prima elementare, è stata premiata con il trofeo del primo posto assoluto e un assegno di mille dollari.

Sorridente e con grande amore per le parole scritte, Anaya con estrema precisione fa scorrere la penna sulla carta e, dimostrando di poter superare ogni ostacolo, libera così la sua voglia di vivere.

Una grande vittoria che è stata possibile grazie al supportodei suoi insegnanti e dei suoi compagni di scuola e soprattutto grazie all’amore dei suoi genitori.

Una “favola” che profuma di realtà. Una prova di coraggio per i bambini con difficoltà fisiche che, con la guida di una mamma e un papà, riescono a coltivare sogni e ad avere speranza per il loro futuro.

Lo testimonia anche Annie Clark, una bambina americana adottiva, che tre anni fa, partecipò e vinse allo stesso concorso di Anaya. La piccola Annie, adottata da Tom e Mary Ellen, continua ogni giorno a coltivare il suo sogno: diventare una scrittrice di libri sugli animali.

Due storie che devono allontanare le paure di tanti genitori con figli con problemi sanitari e che dimostrano che c’è solo un modo per superare le difficoltà: coraggio, volontà, determinazione e soprattutto amare in modo smisurato che vada oltre i limiti culturali e fisici.

Fonte: Il Messaggero