Veneto 2010: il crollo delle idoneità

In Italia, il Veneto è la quarta Regione per maggior numero di coppie adottanti. A dirlo è il Rapporto della Commissione Adozioni Internazionali, riferita ai dati del 2010. Inoltre, il Veneto fu la prima Regione italiana a dotarsi di una figura di Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, con una legge regionale del 1988 (LR 42/1988) che istituì l’Ufficio Protezione e Pubblica Tutela dei Minori; prima ancora, con la legge regionale 55/1982, disciplinava l’affido familiare.

Il Tribunale per i Minorenni di Venezia ha diffuso alcuni dati, riguardanti il numero delle domande di disponibilità all’adozione e il numero dei decreti di idoneità rigettati. Il documento si riferisce agli anni dal 2004 al 2010. Ebbene, le coppie che ottengono il Decreto di Idoneità per le adozioni internazionali sono diminuite, dal 2009 al 2010, da 401 a 318. Un crollo vertiginoso, di quasi cento unità: uno scarto simile, dalle 523 alle 401, si è verificato nell’arco di cinque anni, dal 2004 al 2009.

Contemporaneamente, il documento mostra un aumento dei rigetti. Dai 17 rigetti di idoneità all’adozione internazionale, avvenuti in Veneto nel 2004, il 2010 ha visto rigettare 49 domande. Ai.Bi. sottolinea che dal 2004, il dato dei rigetti è stato soltanto in aumento.

Resta doveroso ricordare come il Veneto sia sempre assai attivo nel campo della lotta all’abbandono e per l’adozione. Ma sembra che l’aria non sia più la stessa. Dove sono finiti, ad esempio, i tavoli di discussione con le famiglie adottive, annunciate dall’Assessorato nel 2010? «Non si è fatto. Le forze in campo sono state poche – risponde Francesco Gallo, dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Venezia – nel senso che non c’è stata partita in termini di personale. La voglia c’è, e non di accantonare il progetto».

«Per quanto riguarda la questione del calo di domande d’adozione e dei rigetti, è ancora presto – continua Francesco Gallo –. Mi sembra che i numeri non siano sufficienti per dire che ci sia un’impennata. Il calo indubbiamente c’è ed è un dato su cui riflettere. La causa? I bambini che recentemente entrano in Italia sono già grandi (dai 5, 6 fino ai 10 anni) o presentano particolari problematiche e spesso le coppie, pur preparate, hanno aspettative non conformi alla realtà. Da parte nostra, cercheremo di monitorare il tutto, perché questi rigetti siano sempre meno e ci siano sempre meno sofferenze per i bambini. Abbiamo in corso, ad esempio, la firma di un Protocollo con gli Enti autorizzati».