Mese: Dicembre 2012

USA: svuota una cantina per adottare un bambino

Negli Stati Uniti, di fronte ai costi elevatissimi delle adozioni, che arrivano a toccare cifre vicine ai 50.000 dollari, alcune famiglie hanno deciso di non rassegnarsi e si sono ingegnate per recuperare un po’ di fondi utili a compiere un passo in più verso i loro figli tanto attesi. Come? Con il meccanismo delle Yard Sale: hanno svuotato le cantine, i garage e le soffitte e si sono messe a vendere tutti quegli oggetti, finiti nel dimenticatoio, che possono interessare, creando così all’esterno delle loro case un vero e proprio mercatino.

Haiti, verso la ratifica della convenzione dell’Aja: per adottare un bambino ci vogliono 5 anni di matrimonio

Buone notizie provengono dal piccolo paese del Centro America che ha visto negli ultimi tempi così gravi sciagure abbattersi sull’infanzia in difficoltà familiare. Il Senato di Haiti ha infatti presentato proprio in questi giorni un progetto di ratifica della Convenzione dell’Aja al fine di promulgare una buona legge per l’adozione all’estero dei minori haitiani.

Unicredit scende in campo per sostenere la Casa Famiglia “La tenda di Giobbe”

La campagna “Non lasciamoli soli” è stata presentata il 5 dicembre a Milano, presso la sede di UniCredit, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., Max Laudadio, testimonial dell’Associazione Amici dei Bambini, Sebastiano Musso, Responsabile Territorial Development per la Lombardia di UniCredit ed Enrico Gava, Responsabile Universo Non Profit di UniCredit. L’incontro ha visto la partecipazione anche di una mamma affidataria e di un genitore adottivo, che hanno entrambi contribuito con la loro esperienza di accoglienza.

Perché dobbiamo attendere così tanto tempo per avere l’idoneità?

Ho seguito la vostra campagna televisiva, dove con l’aiuto di “Striscia la Notizia” chiedete un aiuto economico per tutti i bambini in attesa di affido o di essere adottati, la trovo una cosa giusta alla quale penso di aderire, però proprio non mi quadra una cosa. Come mai tutta questa burocrazia, che a me sembra un tantino eccessiva e che in qualche modo tende a scoraggiare… Risponde, in foto, Irene Bertuzzi.