Mese: Luglio 2015

Rieti. L’affido appeso a un filo: con il flash mob si costruisce la “rete” dell’accoglienza

Come comunicare l’affido? E soprattutto come arrivare ai più giovani che molte volte sono i più “distratti”? Adottando il loro stesso linguaggio e codice comunicativo. In questo caso il flash mob, sempre più diffuso in tutte le varie parti del mondo, come “strumento” di impegno sociale. E’ un’idea del Comune di Rieti (lo sportello Affido Familiare) e dell’associazione Krisalidea: appuntamento sabato 4 luglio, alle 18.30, al centro commerciale Perseo, per sensibilizzare i cittadini sui temi dell’accoglienza, del supporto e del sostegno.

Amarcord: quando Renzi si interessava di adozioni internazionali

C’era una volta un giovane sindaco che, spinto dall’ardore di svecchiare il suo Paese, maturava giorno dopo giorno il sogno di diventare la guida politica dell’Italia. Con questo obiettivo, convocò una convention in una vecchia stazione della sua città ed espose a tutti i presenti ben 100 proposte per cambiare il Paese.

Bolivia. L’appello di Manuel, 10 anni, al Ministro della Giustizia: “Per favore riaprite le adozioni internazionali. Quei bambini aspettano dei genitori che li adottino!”

Ogni bambino ha diritto di avere una famiglia; ve lo dico perché io sono stato adottato e so cosa significa non avere una mamma e un papà. Non è bello essere in un istituto; e quei bambini dentro gli istituti aspettano solo di avere una mamma e un papà che li prendano in braccio e li amino con tanto affetto e tanto amore. Quei bambini aspettano che dei genitori li adottino”. A parlare è Manuel, bambino adottato 10 anni, boliviano che con i suoi genitori e la sorellina cinese è andato in Bolivia a vedere dove è nato e ha incontrato il Ministro della Giustizia a cui ha consegnato una lettera. Che pubblichiamo in versione integrale.

Aiutare un figlio bocciato

È il momento più temuto: la bocciatura è arrivata. E ci si accorge che la spavalderia era una scena: abbiamo davanti un adolescente mortificato, sofferente. Perché se qualcuno accetta la bocciatura come una conseguenza di quanto poco si è fatto nel corso dell’anno, tanti la vivono come un fallimento, accompagnato dall’abbandono dei compagni di classe.

La cooperante: “Torno in Nepal dai ‘miei’ bimbi, hanno bisogno del nostro aiuto”

Tornerò in Nepal la prossima settimana l’impatto è stato forte. Morte e distruzione dappertutto, mancanza di cibo, acqua e di un riparo sicuro. Io e il mio gruppo ‘Amici dei bambini’ abbiamo subito rivolto la nostra azione ai più piccoli, ma non solo“. A parlare è Silvia Cappelli, cooperante Ai.Bi. in Nepal intervistata da Oscar Bandini de Il Resto del Carlino.