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Perché ogni bambino è terra buona

12 luglio 2020. XV domenica del tempo ordinario. Cristina Riccardi e Paolo Pellini de “La Pietra Scartata” commentano il passo del Vangelo secondo Matteo Mt 13, 1-9

Mt 13,1-9


Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: “Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti”.

“Ecco, il seminatore uscì a seminare. […] Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti”

Ti preghiamo o Santo Spirito, affinché i nostri cuori siano capaci di comprendere la Parola di Gesù. Chi comprende la Parola, infatti, dà frutto. Non basta ascoltare, bisogna comprendere e il comprendere è un dono che solo Dio può concedere.

Se Lui ci darà il dono di comprendere allora ogni seme che Lui stesso ha seminato nella nostra vita può far crescere un albero che darà 30, 60, 100 frutti.

Anche nella nostra attività di aiuto ai bambini in difficoltà se sapremo comprendere la Parola vedremo i frutti nascere copiosi dai numerosi alberi nati dai semi seminati dal Seminatore nella buona terra che è chiamata ad essere ciascuna delle nostre vite. Perché ogni bambino è terra buona e i semi di bene che getteremo daranno buoni frutti, comunque, anche senza che noi li si veda maturare.

Allora avremo tante adozioni di qualità, tanti affidi riusciti, tanti sostegni a distanza profondamente vissuti. Non solo, sapremo contagiare tante altre persone, diventando una fonte di ispirazione per loro che le spinga a dedicare le loro vite ad un bambino in difficoltà. La bellezza attira l’attenzione di ogni uomo, la gioia suscita desiderio di poterne godere. Infatti il fratello che passa vicino al frutteto nato dall’azione vivificante del Seminatore non può non essere favorevolmente colpito dalla sua rigogliosità e, forse, spinto a cercarne le origini fino a trovare Colui che, con la sua iniziativa, ha dato vita al frutteto. E forse può essere anche spinto a invocare il Seminatore di mettere i suoi semi anche nella terra del suo cuore, per diventare a sua volta parte del frutteto rigoglioso.

Una domanda, però, sorge spontanea: perché Dio semina dappertutto e non solo dove Lui sa esserci il terreno buono e profondo? Siamo qui di fronte a un’economia che non è umana, ma divina. Ciò che è impossibile, o addirittura impensabile, all’uomo è possibile a Dio. Lui è in grado di trasformare il nostro terreno arido e duro, i nostri sassi, i nostri rovi, la nostra poca terra bruciata dal sole in terreno fertile e ricettivo.

Preghiamo allora il nostro Dio, il grande contadino della nostra vita, che semina lo Spirito Santo nel cuore di ognuno di noi, di rendere fecondi i nostri cuori trasformando la qualità del terreno, trasformando così il nostro deserto nel Suo giardino. In questo modo lo Spirito potrà germogliare in noi dandoci la forza, il coraggio, la sapienza, l’amore, la pazienza necessari per continuare la nostra opera per i bambini e renderla più feconda. Grazie Gesù per voler rivelare queste cose ai tuoi piccoli discepoli del Vangelo e a noi che vogliamo essere, con tutti i nostri limiti, la nostra fragilità e i nostri difetti, tuoi piccoli discepoli del terzo millennio.

Cristina Riccardi e Paolo Pellini
La Pietra Scartata



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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