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Perché dei ragazzi staccano la statua di Gesù dalla croce, la fanno a pezzi e poi filmano la scena per i social?

Lettera aperta ai giovani autori della distruzione del crocifisso sulle colline bolognesi.


La riflessione di oggi parte da una vicenda di cronaca di qualche giorno fa.

Un gruppo di ragazzi tra i 16 e i 19 anni, per noia? Per “divertimento”? Per compiere un atto sacrilego?

Ha distrutto, sotto i fumi dell’alcool, un crocifisso sulle colline bolognesi. Ha staccato la statua di Gesù dalla croce, l’ha fatta pezzi e poi la scena filmata è stata pubblicata sui social.

Ritorna allora prepotente la domanda che circola spesso tra noi adulti sul perché di queste “bravate”.

Mancanza di valori? Superficialità?

Riportiamo alcuni stralci della lettera aperta, rivolta a quei ragazzi pubblicata su Avvenire a firma di Padre Maurizio Patriciello dal titolo “Perché l’avete fatto” che raccoglie nelle sue parole, le domande e le risposte che avremmo anche noi voluto porre ai giovani autori del gesto.

Vi siete accorti, ragazzi, che l’uomo inchiodato al legno, vi ha lasciato fare senza opporre resistenza? In quei momenti nemmeno potete immaginare quanto vi amava.

Se, come spero, vi siete imbattuti, qualche volta, nei vangeli, avrete notato che ha usato con voi lo stesso atteggiamento di quando, duemila anni or sono, fu condannato a morte. Taceva allora, tace oggi, tacerà domani. Il suo mutismo, la sua apparente debolezza, il suo lasciar fare, non vi nascondo, che indispongono non pochi tra coloro che gli vogliono bene. E, come già gli apostoli, vorrebbero difenderlo, magari dandovi una sberla. Ma non ce n’è bisogno. Perché lui su quella croce ci è salito anche per voi, per i vostri coetanei, per i vostri cari .

Sento il dovere di dirvi che i vostri coetanei della mia parrocchia, Adriano, Pio, Francesco, Umberto e tanti altri, a quel Gesù che voi avete maltrattato, vogliono un gran bene. Lo interpellano, lo pregano, gli chiedono di assisterli nel cammino della vita. Meritavano il vostro rispetto, non è vero? Nella loro acerba sapienza hanno imparato che tutti gli uomini, a qualsiasi credo appartengano, qualsiasi sia il colore della loro pelle o il loro conto in banca, meritano attenzione, rispetto. Nelle loro camere, gelosamente custodiscono quella croce che voi, senza riguardi, avete vituperato.

Non riescono a capire come possa un ragazzo della loro età, cui non mancano occasioni e mezzi per divertirsi e far baldoria, sentire il bisogno di fare quello che voi avete fatto. Si chiedono, e mi chiedono, perché; ma l’unica, autentica motivazione la potete dare solamente voi. No, non ce l’abbiamo con voi, al contrario, insieme ai vostri genitori, ai vostri insegnanti, al parroco che vi ha battezzato, ci chiediamo dove si è inceppato il vostro percorso educativo. Che cosa chiedevate che non siamo stati capaci di darvi?

Ragazzi, non andiamo per niente bene; riprendete, vi prego, il vostro cammino, allegro, spensierato, rispettoso di tutti. Ritrovate, o iniziate a gustare, la gioia che si prova nel fare un po’ di bene ai bisognosi e vi accorgerete che non c’è bisogno di inventare gradassate. State sereni, quindi, non siamo arrabbiati con voi, ma solo tanto addolorati.

Aiutateci, però, a capire cosa possiamo fare perché non abbiate ancora a farvi e a farci male”.

 



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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