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Adolescenza e sessualità. Come possiamo far capire a nostra figlia che la purezza non è un difetto ma un valore?

Spettabile redazione,


mia figlia ha appena compiuto 17 anni. Siamo una famiglia credente e l’abbiamo cresciuta nell’insegnamento dei valori cristiani. Parliamo molto e qualche giorno fa, in un momento di confidenza mi ha rivelato che tra le sue amiche è l’unica a non aver ancora sperimentato la sessualità e che il suo essere “differente” ogni tanto la fa sentire a disagio. Come possiamo farle capire che la scelta della purezza non è un difetto, ma un valore?

Marta

 

Cara Marta,

arriva un momento nella vita dei nostri figli, dove la voce e i consigli dei genitori vengono a volte sovrastati da quelli del mondo circostante.

Il gruppo di amici che i nostri figli adolescenti frequentano, o nel quale desiderano essere accolti divengono allora un modello a cui piacere ed uniformarsi in tutto e per tutto, anche per quello che riguarda il delicato argomento che coinvolge la purezza e la sessualità.

I giovani che sono stati cresciuti con valori cattolici, spesso, non trovano un mondo aperto ad accoglierli. Televisione, gruppo di pari, tutto sembra parlare di disinibizione e libertà e chi non si uniforma viene visto con sarcasmo.

Noi genitori cosa possiamo fare?

Certo non è possibile scegliere gli amici per i nostri figli!

Però possiamo porgli di fronte anche altre opportunità. Creando occasione di incontro anche con giovani che condividano gli stessi ideali cattolici. Offrendo loro la possibilità di scoprire che esistono gruppi e persone interessanti ed affascinanti che perseguono i nostri stessi ideali. Che possano divenire per loro uno stimolo, che possano conquistarli, non facendoli più sentire “estranei al mondo” ma anzi permettendo loro di capire che la purezza non è un di meno ma semmai un meraviglioso di più.

Redazione La Pietra Scartata

 



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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