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“Amoris laetitia”. Prima un figlio biologico, poi una bimba in affido, altri due in adozione e ancora un ragazzo in affido… perché l’accoglienza non si ferma mai

“Noi siamo dunque partiti come tutte le giovani coppie di sposi con grandi progetti e con la speranza di essere capaci di discernere la volontà del Padre e il progetto che Lui aveva sulla nostra coppia”.


La nostra storia matrimoniale inizia 42 anni fa, dopo 7 anni di fidanzamento…

In Amoris laetitia si legge:

“Nel matrimonio i due sposi diventano protagonisti, padroni della propria storia e cercatori di un progetto che occorre portare avanti insieme, costruire giorno per giorno con lo sguardo rivolto al futuro con la grazia di Dio”.

Noi siamo dunque partiti come tutte le giovani coppie di sposi con grandi progetti e con la speranza di essere capaci di discernere la volontà del Padre e il progetto che Lui aveva sulla nostra coppia. Fin da allora nelle nostre preghiere c’è sempre stata la richiesta di aiutarci a riconoscere la strada da percorrere per costruire.

 Per noi la prima accoglienza è stata “essere accolti”

Siamo stati ascoltati poiché il Signore ha messo sulla nostra strada un primo Angelo: un diacono, vicino di casa che ci ha proposto di partecipare ad un gruppo che si stava formando per preparare i fidanzati. Per noi la prima accoglienza è stata “essere accolti”. Queste 4 famiglie con una potente esperienza di famiglia uniti alla guida spirituale di un caro sacerdote ci hanno veramente guidati e, ascoltando loro, abbiamo capito che avremmo voluto imitarli, siamo andati a “scuola di famiglia”, per questo alle giovani coppie consigliamo di non camminare mai da soli!

Abbiamo scoperto quanta ricchezza possa donare una famiglia, è stato un aiuto a “impegnarci in un percorso di tutta la vita con animo grande e liberalità” (A. L. 207).

E poiché l’amore dà sempre vita e non si esaurisce all’interno della coppia nella nostra vita è arrivato il primo figlio, un immenso dono di Dio.

Francesca: il nostro secondo angelo

Nei nostri progetti di fidanzati si era parlato spesso di accogliere un figlio in adozione indipendentemente dalla sterilità biologica, ma l’arrivo di Lorenzo pareva dirci  “siete diventati genitori biologici, forse questa è la vostra strada…ma ecco che arriva il nostro secondo Angelo: Francesca. Francesca era una piccola bimba di 5 mesi da accogliere subito poiché la famiglia era in grave difficoltà e i nonni, che conoscevamo bene, non erano in grado di occuparsi di lei e dei due fratelli. Senza pensarci troppo e ragionando solo con il cuore offriamo la nostra disponibilità.

A quel tempo Lorenzo aveva 18 mesi!. La scelta si rivelò subito impegnativa per le gravi problematiche che emergevano giorno dopo giorno, ma il sorriso di Francesca ha fugato ogni dubbio: si può amare con tutto il cuore un figlio indipendentemente da come è venuto al mondo! E quando Francesca, nove mesi dopo, è andata via abbiamo fatto domanda di adozione, certi di aver compiuto la scelta giusta. Tre anni dopo dal Brasile arriva il nostro secondo figlio Rafael, un secondo immenso dono del Padre.

In Amoris Laetitia è dato ampio spazio alla fecondità allargata (179, 180, 181) e la sollecitazione a sviluppare tante forme di fecondità, unita al mandato che i bambini incontrati in Brasile ci avevano lasciato, ci ha portati a collaborare con Ai.Bi. e le famiglie adottive che sono diventate per noi stimolo ed esempio.

L’Accoglienza del dolore

Ma ecco che per noi arriva improvvisamente il periodo “dell’accoglienza del dolore”: entrambi i nonni materni si ammalano di cancro e, nello spazio di tre anni, vengono a mancare.

Superato con grande sofferenza questo periodo torna il desiderio materno di un terzo figlio, ma è stato necessario “attendere, stimolare e pregare” poiché non eravamo entrambi pronti a questo nuovo impegno. Il nostro terzo Angelo stavolta è stato Don Carlo, assistente spirituale di Ai.Bi. e dopo qualche anno il Perù ci regala il nostro terzo immenso dono: Martin.

Nel frattempo i nonni paterni, diventati ormai anziani, ci hanno fatto accogliere la debolezza e le problematiche legate alla loro età (A.L.196), ma parallelamente un quarto Angelo, le famiglie di Ai.Bi. ci aiutano a capire che potremmo accogliere anche un quarto figlio, stavolta in affido. Offriamo la nostra disponibilità ai Servizi Sociali del territorio e dopo poco tempo arriva Michael un ragazzino di 10 anni che rimarrà con noi per altri 10 anni. Nel frattempo i nostri ragazzi sono diventati tutti grandi, i nonni purtroppo sono mancati e potrebbe essere arrivato il tempo di fermarci un po’. Ma ecco che un’ amica mi parla di un’emergenza: c’è un bambino di 8 anni che ha urgentemente bisogno di una famiglia “rodata” poiché ha problemi di salute e deve trovare una sistemazione sul territorio che, guarda caso, è proprio il nostro. Seppure con tanto timore e senza che il bambino lo sappia, interpelliamo la sua insegnante e lo vediamo: è in classe e mi guarda: ancora una volta basta questo sguardo per dire al Padre: sia fatta la Tua volontà, Massimiliano arriva con tutte le sue sofferenze e per 4 anni rimane con noi. Oggi lui vive in una struttura per adulti e il nostro legame è rimasto molto forte.

Qual è la nostra situazione attuale?

Siamo diventati nonni di quattro splendide creature. I nostri figli sono adulti, ma non è sempre filato tutto liscio, ci sono stati momenti duri ma li abbiamo combattuti e affrontati insieme. Abbiamo sempre sentito la presenza di un Padre che ci teneva per mano e a Lui abbiamo affidato la nostra famiglia consapevoli che il matrimonio è una vocazione e l’amore è un percorso dinamico che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio”.

In Amoris Laetitia Papa Francesco ci dice: Dopo aver sofferto e combattuto uniti, i coniugi possono sperimentare che ne è valsa la pena, perché hanno ottenuto qualcosa di buono, hanno imparato qualcosa insieme, o perché possono maggiormente apprezzare quello che hanno. Poche gioie umane sono tanto profonde e festose come quando due persone che si amano hanno conquistato insieme qualcosa che è loro costato un grande sforzo condiviso.

Maria Teresa e Sergio Bertoldo 

Comunità La Pietra Scartata – Piemonte



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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