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La risposta sincera alla chiamata del Padre a essere genitori di un figlio senza padre

25 marzo 2021. Solennità dell’Annunciazione del Signore. Cristina Riccardi e Paolo Pellini, della comunità La Pietra Scartata, commentano il passo del Vangelo secondo Luca 1,26-38


Dal Vangelo secondo Luca (1, 26-38)

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Dio manda il Suo Arcangelo Gabriele a Nazaret in Galilea. È come dire, nell’Italia di oggi, Dio manda il suo angelo nelle regioni più periferiche, meno considerate, più emarginate. In uno di quei paesotti che difficilmente si sentono nominare. E lo manda a una ragazza di nome Maria già legata a Giuseppe dal primo passo del matrimonio ebraico, composto di due momenti.

Maria e Giuseppe. Due persone qualsiasi. Sebbene Giuseppe fosse di stirpe regale esercitava l’umile mestiere di artigiano. Di Maria, Luca non dice nulla se non che era vergine e che era promessa a Giuseppe. E poi il suo nome: Maria, dall’etimologia incertissima, che può voler dire principessa, amata, signora del mare, goccia del mare o tanti altri significati a seconda delle interpretazioni. Quello di cui siamo sicuri era che nella società di allora era apparentemente una ragazza qualsiasi, anche se noi sappiamo che era specialissima, non essendo gravata del peccato originale commesso dagli uomini.

A Maria Dio rivela, tramite l’angelo, una cosa inaudita: lei diventerà la madre di Suo figlio. E lo diventerà in un modo altrettanto umanamente inaudito, senza conoscere uomo ma per opera dello Spirito. Il parere di Maria su quanto accadrà non viene chiesto, ma il futuro evento è rivelato. Nonostante questo Maria, superando la paura, forse chissà anche il terrore, della visione angelica, risponde. E risponde di sì: “Avvenga per me secondo la tua parola”.

La risposta di Maria è immediata, coraggiosissima, in pochi istanti lei decide di giocarsi tutta la sua vita nel seguire la volontà del suo Dio. Non sempre nella Bibbia le risposte alle varie vocazioni sono così positive ed immediate. Anzi quasi mai. Ma Maria, lo abbiamo detto, è specialissima. In lei le più alte qualità umane si fondono con l’essere stata tenuta misteriosamente al riparo da quel peccato umano originario che fa tendere l’umanità alla corruzione.

Anche alcune famiglie sentono una chiamata speciale. Quella all’adozione o all’affido. E succede in Italia, nel 2021. Magari proprio in quel paesotto di cui nessuno sa nulla. Dio si serve di vari modi per chiamarle. Spesso è la storia narrata da un amico o da un parente. A volte è un incontro del tutto casuale, ma che lascia il segno. Maria, dopo questa chiamata, può essere una grande fonte di ispirazione, nella sua immediata, convinta, coraggiosa risposta. Maria non sa ancora esattamente come si svilupperà la sua storia e quella di suo figlio, ma intuisce che è una storia di immenso bene. Sa che dietro c’è il suo Dio che ha imparato ad amare e a conoscere tramite la frequentazione assidua delle Sacre Scritture e a cui si affida totalmente.

C’è qui anche una grossa responsabilità per le famiglie che già hanno sperimentato l’accoglienza adottiva o affidataria. Possono essere “angeli” per altre famiglie dicendo “non temere, accoglierai un figlio e non sarai sola”. E quando quella famiglia dirà che accogliere è troppo difficile per la selezione, i costi, le inefficienze, allora gli “angeli” potranno rispondere che non è impossibile se la motivazione è la risposta sincera alla chiamata del Padre ad essere genitori di un figlio senza Padre.

Che queste famiglie sentano fino in fondo il senso di questa responsabilità, che possa sciogliere, con l’aiuto di Dio, le loro resistenze e le loro pigrizie e farle andare ad annunciare la bellezza dell’accoglienza!

Ti preghiamo Spirito Santo perché le famiglie che saranno raggiunte dalla chiamata all’accoglienza, siano riempite di Te ed abbiamo il coraggio di rispondere sì alla chiamata affrontando con forza, gioia ed entusiasmo il cammino che si prospetta davanti a loro.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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