Nel primo sabato del mese di maggio si rinnova la preghiera del Santo Rosario dedicata ai bambini abbandonati di tutto il mondo e alle famiglie adottive e affidatarie. Commento e preghiere sono a cura di Lucia e Luigi D’Antonio (Comunità La Pietra Scartata – Campania). Prega insieme a noi, sabato 1 maggio alle ore 21.00 su Facebook
Vangelo secondo Giovanni (14, 7-14)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò»
Il commento di Lucia e Luigi
«Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio». Gesù ci svela il mistero che lega la relazione della Paternità di Dio con la Sua identità. Conoscere una persona, nella Bibbia, non è un fatto riferito solo alla comprensione intellettuale, ma presuppone anche una profonda esperienza della presenza della persona nella vita. Con riferimento alla nostra esperienza umana, nel figlio c’è sempre un po’ della presenza del padre/madre. Non si tratta solo di traccia genetica, ma anche e principalmente di relazione che marca, si inscrive nell’identità stessa del figlio, entra finanche nella sua struttura di senso. I genitori accoglienti (adottivi o affidatari che siano) acquisiscono la consapevolezza del proprio ruolo, non confinato alla mera espressione della risposta a un bisogno, all’esperienza della cura amorevole, ma teso specialmente alla costruzione di una relazione che integra il profilo identitario stesso del figlio accolto, fino a riscoprirsi co-attori del Piano di Salvezza di Gesù.
Di converso, quale definizione identitaria e di riferimento sviluppa un bambino abbandonato, privato della relazione con un papà e una mamma? E ancor di più, può un bambino abbandonato accedere al senso di pienezza svelato da Gesù della compiutezza identitaria fondata proprio sulla relazione con il Padre?
Preghiamo
Nel primo mistero gaudioso ricordiamo l’annunciazione dell’Angelo a Maria Santissima
Ti preghiamo, Padre, di sostenere tutti gli operatori del mondo dell’accoglienza affinché scoprano di non gestire “una pratica”, ma che dentro quel dossier c’è un bambino che ha urgente necessità di ricevere la sua opportunità di sentirsi figlio e che reclama il diritto a un senso di compiutezza sospeso.
Nel secondo mistero gaudioso ricordiamo la visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta
Ti preghiamo, Padre, affinché ogni coppia, nel riconoscere la Tua chiamata, colga il senso pieno del ruolo nel Piano della Salvezza.
Nel terzo mistero gaudioso ricordiamo la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme
Ti preghiamo, Padre, per tutti i ragazzi che vivono con sofferenza il loro inserimento nel contesto famigliare, che ancora non hanno maturato l’atto di fede nel riconoscersi figli, acquisendo consapevolezza della positività del riferimento relazionale.
Nel quarto mistero gaudioso ricordiamo Gesù che viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe
Ti preghiamo, Padre, di sostenere il dramma vissuto dalle donne e dagli uomini che per qualsiasi ragione hanno dovuto o voluto abbandonare i figli generati.
Nel quinto mistero gaudioso ricordiamo il ritrovamento di Gesù tra i dottori nel Tempio
Ti preghiamo, Padre, perché apri il cuore delle famiglie all’affido famigliare facendo percepire la consapevolezza di essere strumento del Tuo Piano di Salvezza con l’accoglienza di un bambino disagiato.