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Papa Francesco. L’importanza del nome di battesimo: una scelta da riscoprire

Il nome di battesimo di un nostro figlio non è solo un’etichetta, ma è il segno che la nostra storia personale si inserisce in una storia collettiva enormemente più grande


Durante l’udienza generale di mercoledì 7 aprile, Papa Francesco ha fatto una bella riflessione sul legame tra la preghiera e la comunione dei santi, ricordando come il nome che ciascuno porta non sia solo un’etichetta, ma sia, di solito, “il nome della Vergine, di un Santo o di una Santa, i quali non aspettano altro che di ‘darci una mano’”.


Nome di battesimo e comunione dei santi

Il testo dell’udienza è stato ripreso e utilizzato come spunto per una bella riflessione da parte di Annachiara Valle in un articolo pubblicato su Famiglia Cristiana. L’articolo parte dall’osservazione di Papa Francesco di come quando preghiamo non siamo mai soli, ma immersi in un “fiume maestoso” che ci precede e ci segue. In questo senso, ogni volta che ciascuno prega si pone in comunione con quel “fiume” di invocazioni che fa parte di una “storia che continua”.

Nelle preghiere della Bibbia, che si ritrovano nella liturgia, risuonano antiche storie che fanno parte di un continuo intreccio tra le vicende personali e quelle del popolo e dell’umanità cui si appartiene. Per questo, quanto le preghiere sono “buone”, sono anche diffusive: il dolore di chi prega è il dolore di tutti, così come la sua felicità. Questo perché siamo “in una compagnia di santi anonimi e di santi riconosciuti che con noi pregano, e che per noi intercedono, come fratelli e sorelle maggiori transitati per la nostra stessa avventura umana”.

I santi, prosegue il Papa: “Ci ricordano che anche nella nostra vita, pur debole e segnata dal peccato, può sbocciare la santità. Anche all’ultimo momento”. Perché la santità è sempre un incontro con Gesù e, in questo, è una testimonianza. E la preghiera è la prima di queste testimonianze, perché è il mezzo attraverso il quale si esplica una comunione che non avrà mai fine, alla quale partecipano anche i cari defunti che “dal Cielo continuano a prendersi cura di noi. Loro pregano per noi e noi preghiamo per loro e noi preghiamo con loro. Questo legame di preghiera tra noi e la gente che è arrivata, questo legame di preghiera lo sperimentiamo già qui, nella vita terrena: preghiamo gli uni per gli altri, domandiamo e offriamo preghiere”.

Il richiamo al proprio nome di battesimo, allora, va letto proprio in quest’ottica di comunione: è il segno che la nostra storia personale si inserisce in una storia collettiva enormemente più grande, di cui i Santi sono segno tangibile, non solo quelli di cui si porta il nome, che con le loro intercessioni aiutano a superare tante prove della vita e andare avanti con fiducia, ma anche i “santi” pellegrini sulla terra: “perché tutti sappiamo che qui nella terra c’è gente santa, uomini e donne santi, che vivono in santità».



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