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Maria nel mistero dell’abbandono: la chiamata di Maria (6)

“Come Abramo, anche Maria, chiamata da Dio, deve andare verso l’ignoto, verso qualcosa che di volta in volta, in silenzio, cercherà di comprendere, fidandosi del Dio che la chiama”

Nel quinto fascicolo della rivista Lemà sabactàni? sono pubblicate e disponibili gli studi e gli approfondimenti presentati in occasione della V Giornata di Studio e Confronto per una Spiritualità dell’Adozione, un evento promosso dalle Associazioni Ai.Bi. Amici dei Bambini e La Pietra Scartata, intenzionalmente dedicato alla figura di Maria, con particolare attenzione alle sue relazioni con Dio, con suo figlio Gesù, il Figlio di Dio, nonché con la nascente storia della prima comunità cristiana.


Con “Maria nel mistero dell’abbandono” vengono ripresi, commentati e contemplati alcuni dei tratti peculiari di Maria, del suo essere scelta da Dio, della sua disponibilità a divenire Mamma di Gesù, Madre di Dio, del suo prendersi cura del Salvatore e della salvezza.

Lo studio, curato dalla biblista Rita Torti Mazzi, che riproponiamo in 10 distinte tappe, di cui oggi pubblichiamo la sesta (QUI la quinta), esplora alcune delle dinamiche della dialettica chiamata/ascolto – vocazione/risposta nelle vicende di alcuni dei protagonisti del rapporto tra Dio ed Israele, rintracciando alcuni aspetti del decidersi di Dio, del suo rivelarsi nella storia non senza coinvolgere l’uomo: una chiamata che si fa annuncio, un appello che suscita una libera disponibilità.

Sesta tappa
(QUI la quinta)

La chiamata di Maria

«Come ogni persona del suo tempo, anche Maria, senza dubbio, deve essere vissuta in una profonda attesa del Messia: ha certamente sperato, forse sentito che egli sarebbe venuto presto e forse in lei l’attesa universale del Messia si è congiunta a un’attesa del tutto personale, che lei però certo non avrebbe potuto precisare ulteriormente.

Si sapeva che la Madre del Messia doveva essere una donna proveniente dal popolo eletto e quindi, parlando in generale, poteva esserlo ogni donna»*. Ma, pur essendo «cresciuta in mezzo a queste attese del suo popolo, poteva Maria intuire, al momento dell’annunciazione, quale essenziale significato avessero le parole dell’angelo?» (Redemptoris Mater 15).

Su Maria la Scrittura non dice molto e, fino al momento dell’annuncio dell’Angelo, di Lei non sappiamo nulla. E tuttavia nella Bibbia si può trovare molto più di quanto si pensi, se ci poniamo determinate domande:

  • Che cosa deve aver sperimentato Maria quando, nell’ora dell’Annunciazione, divenne Madre di Gesù?
  • Come hanno condotto a questo evento gli anni precedenti?
  • Che cosa s’è svolto in lei durante l’anno in cui visse in comunione fisica con il Figlio?
  • Come ha sperimentato vitalmente l’attività pubblica e il destino del Figlio?
  • Che cosa ha significato per lei la discesa dello Spirito Santo, e come si è strutturato il suo rapporto con Gesù nella luce dello Spirito?

Al di sotto di tutti questi problemi sta poi l’interrogativo: quale deve essere stata la sua essenza, il suo rapporto con Dio, affinché ella abbia potuto sostenere e vivere fino in fondo in modo giusto ciò che le veniva elargito e ciò che si esigeva da lei?**

Sappiamo dal Vangelo di Luca che «nel sesto mese l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. Il nome della vergine era Maria» (Lc 1,26-27).

Che significa “nel sesto mese”? Luca collega l’inizio del suo racconto con la pericope precedente, in cui l’angelo Gabriele appare a Zaccaria, che sta officiando nel Tempio e gli annuncia la nascita di un figlio (Giovanni) nonostante la moglie, Elisabetta, fosse sterile e tutti e due fossero avanti negli anni (Lc 1,11-20). In Lc 1,25 si dice che Elisabetta concepì e si nascondeva per cinque mesi. E appunto nel sesto mese l’angelo fu nuovamente mandato da Dio: non più a Gerusalemme, ma a Nazaret, una città della lontana Galilea, che non aveva un grande ruolo nella storia del popolo d’Israele; non più ad un sacerdote nell’esercizio delle sue funzioni, ma ad una fanciulla, una vergine.

Per due volte nello stesso versetto Luca ripete che si trattava di una vergine, ponendo il sostantivo in posizione culminante, nella conclusione: «il nome della vergine era Maria». Una vergine “promessa sposa” di un uomo della casa regale di Davide (cf Lc 1,32).

Il messaggio dell’Angelo e la risposta data da Maria costituiscono l’avvenimento decisivo della sua vita (Lc 1,16-38), una vita vissuta nella fede, in cui, in base a quanto risulta dalla Scrittura, sembra dominare una costante: Maria

vive di volta in volta nella condizione del non comprendere ancora; dirigendosi verso un evento che deve venire, che deve portare liberazione e compimento. Ella non compie ciò in modo ottuso, o confuso, o sovraesaltato, ma in chiara e fiduciosa fede. Ma se la luce sorge, essa rimane punto di partenza per una nuova attesa piena di fede. Così l’annunciazione ha dato compimento alla precedente attesa del Messia, ma è diventata essa stessa punto di partenza di un nuovo periodo di fede e di attesa***.

Come Abramo, anche Maria, chiamata da Dio, deve andare verso l’ignoto, verso qualcosa che di volta in volta, in silenzio, cercherà di comprendere, fidandosi del Dio che la chiama. Ad Abramo Dio dice: «Vattene verso il paese che Io ti indicherò». Quale? Dove? La Parola di Dio lo indicherà (cf Gen 17,8), ma per il momento si esige abbandono totale. E Abramo parte fidando solo nella Parola di Dio. È quello che fa Maria, chiamata alla maternità messianica: Lc 1,26-38 non è solo un tipico “annuncio di nascita”, ma anche un caratteristico “racconto di vocazione”****, una chiamata personale, che esige una risposta personale. Esige un cammino di fede, una disponibilità totale.

In ogni vocazione si parte al buio, guidati solo da questa Parola, verso un futuro di cui non si sa nulla. Guidati solo dalla fede, riconoscendo che è Dio che sta agendo e chiama, e immettendosi in questo suo agire.

______________

* R. Guardini, La madre del Signore. Una lettera, Morcelliana, Brescia 1989, pp. 25-26.

** R. Guardini, La madre del Signore. Una lettera, Morcelliana, Brescia 1989, p 11.

*** R. Guardini, La madre del Signore. Una lettera, Morcelliana, Brescia 1989, p 53.

**** Per la struttura del racconto di vocazione, cf Es 3,1-4,21; Gdc 6,11-17; Is 6,1-13; Ger 1,4-10; Ez 1,1-3,15; cf pure 1Sam 9-10; 1Re 22,19-21; Is 40,1-11.

 

 



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