Salta al contenuto Skip to sidebar Skip to footer

Il giardino d’Africa dove trovano riposo i migranti senza nome morti in balia del mare

Il giardino d’Africa racconta Koraïchi, vuole “aiutare le famiglie a piangere, sapendo che c’è un luogo di sepoltura dignitoso”

Oggi, domenica 20 giugno, in tutto il mondo si celebra la giornata del rifugiato, un modo per non dimenticare questa immane tragedia che coinvolge uomini, donne e bambini, fuggiti lontano dalla propria terra, dai propri affetti, dalla propria casa.

 Molti di loro attraversano il mare, tentando la speranza su barconi di fortuna. Troppi di loro non raggiungeranno mai la terra ferma. Ingoiati dalla furia degli elementi, nel disinteresse del mondo che li circonda.

Solo sulla rotta mediterranea, una delle più pericolose al mondo -sottolinea l’Osservatorio Diritti– Nei primi mesi del 2021 si stima che siano state 807 le persone morte o disperse in mare.

Migranti, persone, con una storia alle spalle, con una famiglia, amici, affetti da cui non torneranno mai più, di cui non si saprà più nulla.

Proprio per regalare un gesto di dignità e di pietà a questi corpi troppo spesso rimasti senza nome, nei giorni scorsi a Zarzis, cittadina portuale nel sud della Tunisia è stato inaugurato, alla presenza della direttrice dell’Unesco Audrey Azoulay, “Il giardino d’Africa”. Un cimitero che possa accogliere tutti quei naufraghi senza identità che si sono spenti mentre cercavano la speranza di una vita migliore.

Ad idearlo l’artista algerino di fama internazionale Rachid Koraïchi, che ha anche autofinanziato il progetto attraverso la vendita delle proprie opere d’arte.

“Vorrei dare a queste persone un primo assaggio del paradiso” ha detto ai giornalisti Koraichi, 74 anni, riporta Avvenire.

Il terreno circondato da ulivi e piante dai fiori profumati, accoglie ad oggi 200 tombe. Koraïchi si occupa di tutte, una per una. Pochissime le informazioni a disposizione.

Anche l’artista, che oggi ha 74 anni ha perso un fratello nel Mediterraneo. “Il suo giardino – racconta la rivista Africa– vuole “aiutare le famiglie a piangere, sapendo che c’è un luogo di sepoltura dignitoso”. Ma il Giardino d’Africa “è anche un luogo simbolico, come la tomba del milite ignoto, perché tutti sono responsabili di questa tragedia”

In foto “Il giardino d’Africa” (Il fatto quotidiano)



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


Sostieni anche tu questa nostra testimonianza e specifica missione, Dona ora
inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..